Investì e uccise Gaia e Camilla, è evaso: Pietro Genovese di nuovo a processo

Investì e uccise Gaia e Camilla, è evaso dai domiciliari: Pietro Genovese di nuovo a processo

Nuovi guai per Pietro Genovese, il 20enne condannato in via definitiva a cinque anni e quattro mesi di carcere per il duplice omicidio stradale di Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, avvenuto nella zona di corso Francia a Roma il 22 dicembre 2021. Secondo quanto apprende il Corriere della Sera, il ragazzo sarebbe risultato “assente” ai controlli delle forze dell’ordine nel periodo in cui si trovava agli arresti domiciliari. Per questo motivo la Procura di Roma ha disposto la citazione diretta a giudizio del giovane, figlio del noto regista Paolo Genovese.

La nuova accusa

L’attuale procedimento è legato a un episodio verificatosi il pomeriggio del 16 gennaio del 2021, quando Genovese era ai domiciliari per il duplice omicidio stradale delle due 16enni. Quel giorni i carabinieri della compagnia Parioli si sono recati sotto casa della famiglia del ventenne, nella zona del quartiere Trieste a Roma, per effettuare un controllo di rito. I militari dell’Arma hanno citofonato svariate volte senza però ricevere risposta. Dalle telecamere di sorveglianza del palazzo – scrive il Corriere.it – non risulta che l’allora indagato sia uscito dalla abitazione. Fatto sta che nella relazione di servizio, finita successivamente all’attenzione dei magistrati capitolini, i carabinieri precisano di avere effettuato “numerosi tentativi prima al citofono dello stabile e successivamente suonando direttamente al campanello della porta d’ingresso dell’abitazione, senza ricevere alcuna risposta, sino alle successive ore 18:04“. La mancata risposta del ragazzo ha fatto scattare l’accusa di evasione e la richiesta di citazione diretta a giudizio da parte del pm Roberto Felici.

Il duplice omicidio stradale

Il 22 dicembre del 2019 Pietro Genovese investì, uccidendole, Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, mentre stavano attraversando sulle strisce pedonali di corso Francia, a Roma. Il 20enne, che si fermò invano a prestare soccorso alle vittime, risultò positivo all’alcol del test. Rinviato a giudizio con l’accusa di duplice omicidio stradale, in primo grado fu condannato a otto anni di carcere. In Appello la pena è stata riformata a 5 anni e 4 mesi di reclusione attraverso la richiesta di concordato proposta dai legali del ragazzo ai giudici. Successivamente la sentenza è passata in giudicato. Il 21 aprile 2021 Genovese è tornato in libertà. Ora è in attesa dell’udienza davanti ai giudici dell’esecuzione che dovranno decidere su come fare scontare il residuo pena, circa 3 anni e 7 mesi. Non è escluso che possa essere affidato ai servizi sociali.

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