Il galoppo italiano riparte da Pisa

Il galoppo italiano riparte da Pisa

Ad inaugurare le competizioni italiane 2024 saranno i cavalli Anglo-arabi in un discendente sulla distanza dei 1200 metri. Sei al via. All’ippodromo di San Rossore (Pisa) seguiranno altre cinque corse, le più interessanti sono la maiden alla quarta e l’Handicap alla sesta. In totale saranno 45 cavalli dichiarati partenti.

Premio XIX secolo_ 2023

Premio Hippoweb_2023

Il 2 gennaio il galoppo italiano debutterà a Napoli con 5 corse. Il palinsesto del giorno prevede subito la corsa più importante, un Handicap per i neo 3 anni sui 1000 metri con 6 soggetti al via. In totale saranno 34 cavalli dichiarati partenti.

Premio Dea Bendata_2023

Un preambolo tecnico obbligato per quello che andremo a raccontarvi…

Questo fine anno lo abbiamo dedicato all’analisi dei numeri entrando, scaricando ed analizzando gli open-data del sito del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste. La sezione dedicata all’ippica è molto interessante, istruttiva e semplice da consultare e con un po’ di pazienza si possono estrapolare una serie di dati utili. Noi ovviamente ci siamo interessati esclusivamente del ramo galoppo e se la scorsa settimana abbiamo dichiarato che ci sono state belle notizie ed il comparto può rinascere, i numeri finali sono molto preoccupanti e fanno presagire un futuro molto incerto.

Siamo entrati nel box “anagrafe equina”, che è il software che organizza e gestisce l’anagrafe articolata per razza, tipologia d’uso e diffusione territoriale ed abbiamo ricostruito gli ultimi 35 anni…

il declino del galoppo italiano
il declino del galoppo italiano

Il picco delle registrazioni fu nel 1993 con 4.155 soggetti, poi una discesa inesorabile con il minimo storico assoluto nel 2022, 636. Per il 2023, ad oggi, i soggetti registrati sono 2, gli eroi sono “Adhonorem” (da Havana grey) e “Mister Rapallo” (da Albert Dock) ovviamente è palese che il dato è parzialissimo ma un è un indicatore chiaro di come il sistema non carburi come dovrebbe.

Se poi si va a scaricare lo “Studbook” italiano, l’ultimo albo porta la data 2021, la pagina seconda del pdf riporta la seguente dicitura: “Il Volume XLIII del Libro Genealogico (Stud Book) dei Cavalli di Puro Sangue Inglese nati in Italia ed importati, comprende notizie riguardanti il periodo compreso dal 25 luglio 2020 al 10 giugno 2021. La raccolta dei dati e la compilazione del volume sono state curate dal M.i.P.A.A.F. presso cui sono depositati i documenti riguardanti i cavalli di puro sangue inglese, nati in Italia ed importati. Roma, 23 giugno 2021″.

Anche questo è un indicatore ancor più chiaro di come il sistema abbia grandi difficoltà, ma poiché ho scritto la storia del galoppo mondiale dal titolo “Leggendari” un’opera in 2 volumi di 700 pagine nel quale sono raccolti oltre 1000 purosangue con la descrizione delle gesta sportive e non, appunto “leggendarie”, oltre ad un vocabolario, le corse più importanti al mondo, il dosaggio ecc… non vedo come sia possibile che il ministero non riesca a stare al passo e fornire documenti in tempo reale, o quasi. Non vuole essere una pubblicità occulta al mio lavoro ma solamente un altro modo per dire che se le cose si vogliono fare si fanno…

leggendari_copertina
Leggendari – copertina

Ci piace precisare che “chi fa, falla…”, l’errore è dietro l’angolo e comunque c’è sempre il modo per rimediare…Tutte le persone che abbiamo contattato ed intervistato in questi due anni di interventi, notizie ed aneddoti hanno espresso il desiderio di rivedere il comparto gestito da un Ente autonomo, composto da persone preparate ma soprattutto appassionate, perché se gestire un database con “98.760 Cavalli di razza Galoppo”, ed i primi record risalgono al 1974. “Sono presenti 89 Cavalli di razza Galoppo. Affinare i criteri di ricerca” è così complicato e poco professionale, possiamo tranquillamente affermare che il sistema può tornare ai bei tempi passati.

Il giro è stato completato, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, allora si riparta da organi e personale competente, persone che hanno a cuore questa realtà come esiste in tutto il mondo, da nord a sud, da est a ovest… Questo è il nostro primo suggerimento per un’ippica all’avanguardia che si autofinanzia e autosostiene.

Buon Anno a tutti noi e che il 2024 sia un anno vero, un anno di rinascita. Io, innamorato da sempre di Ribot, avrei interesse a raccontare un’altra bella storia e non quella di un purosangue leggendario italiano nato il 27 febbraio 1952 e passato a miglior vita il 28 aprile 1970 oltremodo in esilio. Dopo la leggendaria doppietta a Longchamp del 1955-56, ricordo a tutti noi che il Prix de l’Arc de triomphe è stato vinto da altri 64 purosangue. Le altre doppiette sono targate Alleged (1976-1977), nipote di Ribot e le femmine Treve (2013-2014) ed Enable (2017-2018). Gli altri italiani che hanno vinto la corsa sono Molvedo nel 1961, figlio di Ribot, e Tony Bin nel 1988. Dopo, non solo non abbiamo più vinto ma non abbiamo neanche più partecipato e per la tradizione italiana che con Nearco ha costruito il cavallo purosangue del 20 e 21 secolo è molto dissacrante. Ultima nota di servizio, Ribot ha vinto il Prix de l’arc de triomphe anche con Prince Royal nel 1964.

La foto di copertina è l’ultimo mio grande omaggio all’invincibile per eccellenza (16 starts, 16 wins). Adesso però proviamo a scrivere un altro bel capitolo della nostra storia, appassionati e competitivi ma tutti insieme. Perché il grande esiste se – e solo se – esiste il piccolo e viceversa.

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