Consumi, lavoro e imprese: il dossier che certifica i successi del governo

Consumi, lavoro e imprese: il dossier che certifica i successi del governo

Può sorridere il governo guidato da Giorgia Meloni. Nonostante le tante criticità legate alla situazione internazionale – a partire dalla guerra in Ucraina e dallo scoppio del nuovo conflitto in Medio Oriente – l’economia italiana chiude il 2023 meglio del previsto. Con buona pace dei gufi di sinistra. I dati parlano chiaro: secondo le ultime rilevazione, la crescita sarà almeno dello 0,7%, mentre l’Istat – esattamente dodici mesi fa – prevedeva un rallentamento rispetto al 2022 dei consumi delle famiglie: ebbene, i numeri certificano che i consumi del 2023 saranno tre volte superiori alle previsioni. Entrando nel dettaglio, dalla stima dello 0, % all’1,4 per cento effettivo. Ma non è tutto.

Sempre un anno fa, l’Istat profetizzava un aumento del tasso di disoccupazione nel 2023 (8,2%), mentre gli ultimi dati dell’Istituto di statistica confermano che sarà inferiore al 2022 (7,6%). Le buone notizie sono tante per Meloni e per i suoi ministri, basti volgere lo sguardo a Piazza Affari che sfiora i 30.500 punti con un più 28% rispetto all’inizio del 2023. Per rendere meglio l’idea, toccati i massimi dal 2008. Un altro dato importante riguarda il Pnrr: le rate sono arrivate regolarmente a destinazione. E ancora le esportazioni delle imprese italiane: in base a quanto confermato dal Sace, queste supereranno il record del 2023 arrivando a quota 660 miliardi di euro (più 6,8 per cento rispetto allo scorso anno). Le buone novelle per il governo Meloni chiamano in causa anche la lotta all’evasione fiscale. Secondo l’Agenzia delle Entrate, verranno incassati 18,1 miliardi (1,3 in più del 2022) e si conta di salire a 19,3 miliardi nel 2024 (con un incremento di 400 milioni) e a 19,6 miliardi nel 2025 (altri 300 milioni in più).

Niente catastrofi, niente tonfi, niente di niente. Il governo Meloni ha trovato la forza per smentire le previsioni esiziali sull’Italia, a differenza di altri Paesi come la Germania che, oltre al rischio sfiorato di entrare in esercizio provvisorio, chiuderà il 2023 in recessione. Gli investimenti sono stati spinti dagli accordi con l’Unione europea attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che ha permesso a Roma di incassare più di ogni altro Paese membro: 102 miliardi di euro, più della metà della dotazione complessiva. Ma non solo. Dall’internazionalizzazione delle imprese italiane al ribasso dei tassi, sono tanti i fattori che hanno permesso all’Italia di avere successo in campo economico. Emblematico, infatti, il record di 516 miliardi con emissioni di titoli di Stato fra rinnovi delle scadenze e nuovi debiti. Un rialzo del 21,6% rispetto ai 424 miliardi del 2022.

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