Le fede non è un Luxo

Vladimir Luxuria

Alla fine quel singolare Generale dell’Esercito una qualche ragione ce l’aveva, dài.

Sinonimi di «contrario»: opposto, rovescio, invertito (absit iniuria…).

Mesi fa, per portarsi avanti, un sondaggio fra i lettori di Repubblica aveva incoronato Vladimir Luxuria che è un uomo «Donna dell’anno». Ieri, Libero, in prima pagina, ha eletto Giorgia Meloni che è una donna «Uomo dell’anno». Tradizioni di millenni polverizzate in un gender.

Ma non è neppure questo il mondo capovolto. Ieri, in una toccante lettera ad Avvenire, Luxuria Wladimiro Guadagno per l’anagrafe, che però sappiamo non aver più alcun valore ha raccontato il suo tormentato rapporto con il cattolicesimo, dichiarando a cuore aperto una rinnovata fede in Gesù e l’impossibilità a vivere senza di Lui («sono solo una pianta avvizzita»), concedendosi forse l’outing più sofferto. «Si è accesa una luce, credo in Papa Francesco». Il quale ha benedetto Luca Casarini, figurati se non accoglie Luxuria.

Il salto da Rifondazione comunista a opinionista delle reti berlusconiane, in effetti, fu meno traumatico.

Come è noto, per anni Luxuria si era schierat* con forza contro il Vaticano e i Papi, convertendosi al buddhismo. Ma ora dice che ha sempre sentito qualcosa dentro. Pace e Bene.

Transgender si diventa, bergogliani evidentemente si nasce.

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