Il via libera definitivo alla manovra, arrivato oggi, 29 dicembre, alla Camera con 200 voti favorevoli, 112 contrari e tre astenuti, è “un segnale positivo per una manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese”. A dirlo è il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha ringraziato la maggioranza per la compattezza dimostrata e le opposizioni “che, pur nel forte contrasto sui temi, hanno contribuito allo svolgimento del dibattito. E ora avanti con determinazione, coraggio e responsabilità”.
Tra le modifiche più sostanziali effettuate in Senato rispetto alla versione originaria ci sono lo stop alla stretta sulle pensioni dei medici e la norma sulla cedolare secca sugli affitti brevi che rimane al 21% per una delle case affittate e, infine, ma anche la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo Stretto che arriveranno anche dal Fondo di coesione. Alla Camera è andata in scena, invece, un’approvazione lampo senza il bisogno di ricorrere al voto di fiducia.”Bene il sì alla manovra”, ha commentato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che aggiunge: “Proseguiamo su un percorso di prudenza, responsabilità e fiducia. Avanti così”. Durante le dichiarazioni di voto, però, si è consumato lo scontro parlamentare, alla presenza di vari esponenti del governo: oltre a Giancarlo Giorgetti, erano presenti i ministri Antonio Tajani e Gilberto Pichetto Fratin, Adolfo Urso. Tra i banchi dell’opposizione il più inferocito è senza dubbio Giuseppe Conte, leader del M5S, che parla di “una manovra di tagli e tasse da far invidia ai peggiori governi tecnici”, all’insegna della “stagione dei tagli ai danni dei pensionati”. “La manovra è figlia del vostro identitario disinteresse per le fasce più deboli”, gli fa eco la segretaria del Pd Elly Schlein che ricorda:“Ci abbiamo dovuto pensare noi a mettere a disposizione 40 milioni per il contrasto alla violenza di genere. Vi avevamo chiesto di unire le vostre risorse e invece avete preferito le vostre mance”. Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi/Sinistra italiana cita la patrimoniale e attacca il governo: “Scegliete di conservare le ingiustizie”.
Di tutt’altro tenore sono le parole del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che, intervenendo al Tg2, pone l’accento sul taglio del cuneo fiscale e rivendica: “Sul superbonus abbiamo trovato un modo per aiutare le imprese e i più deboli”. Il capogruppo azzurro Paolo Barelli, invece, nel corso del suo discorso in Aula, ha ricordato che “questa è la prima legge di bilancio e anche il primo Natale senza il presidente” Silvio Berlusconi. Sul Superbonus, invece, parlaun inte di un “intervento per tutelare imprese oneste e fasce deboli per il quale siamo fieri di esserci battuti”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, tra gli applausi dei meloniani, cita un aforisma di Filippo Tommaso Marinetti: ‘Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!'” e la frase “Il domani appartiene a noi” che rimanda alla Compagnia dell’Anello. Caustico il commento del piddino Arturo Scotto: “Saranno pure al governo ma la puzza di fascismo non riescono a togliersela di dosso”.