L’Argentina non entrerà a far parte dei Brics. Il presidente Javier Milei ha ufficializzato la decisione, già annunciata in campagna elettorale, di non far aderire Buenos Aires al gruppo di Paesi emergenti fondato da Brasile, Russia, India, Cine e Sud Africa. Come spiegato dall’emittente televisiva locale Tn, l’inquilino della Casa Rosada “non ritiene opportuno” che la sua nazione faccia parte dell’alleanza.
Il portale di notizie Infobae ha dichiarato che Milei ha inviato lettere ufficiali a Xi Jinping, Vladimir Putin, Luiz Inacio Lula da Silva e Narendra Modi, in cui ha scritto che “come sapete, la politica estera del governo che presiedo è molto diversa da quella del governo precedente” e che “alcune decisioni andranno riviste, come l’adesione ai Brics”. L’ingresso dell’Argentina nel gruppo era stato formalizzato ad ottobre dall’ex presidente Alberto Férnandez, in una riunione con il presidente della Banca di sviluppo dei Brics Dilma Rousseff. La sua attuazione era prevista per il gennaio 2024.
Dichiarazioni del ministro degli Affari esteri argentino riportate da Clarín hanno ripreso quanto affermato da Milei, sottolineando nuovamente le differenze in termini di politica estera con il governo precedente. El loco ha comunque ribadito di voler mantenere legami commerciali con i membri del forum economico. “Desidero sottolineare l’impegno del mio governo nell’intensificare i legami bilaterali con il vostro Paese, in particolare aumentando i flussi commerciali e di investimento”, si legge nelle lettere inviate ai vari leader. Un ammorbidimento dei toni, dunque, rispetto a quelli mantenuti durante la campagna elettorale. Milei aveva infatti dichiarato che “il nostro allineamento geopolitico è con gli Stati Uniti e Israele. Non ci allineeremo con i comunisti”, e aveva spesso definito le autorità di Pechino come assassine di chi persegue il desiderio di vivere in libertà.
Secondo molti osservatori internazionali, il forum economico dei Brics è diventato una piattaforma politica per le aspirazioni egemoniche della Cina, un polo da contrapporre al blocco guidato dagli Stati Uniti. Il 1° gennaio 2024, esso si allargherà fino a comprendere Iran, Etiopia, Arabia Saudita, Egitto e Emirati Arabi Uniti, andando così a comprendere il 36% del Pil globale e il 47% della popolazione del pianeta. Come dichiarato dai leader al vertice di Johannesburg ad agosto, inoltre, la porta rimane aperta per altre nazioni desiderose di sfidare il dominio occidentale negli affari mondiali e di entrare a far parte di un blocco da opporre ai Paesi industrializzati del G7.