L’ultimo saluto a Vanessa Ballan in Duomo. Il vescovo: “Non c’è senso nella sua uccisione”

L’ultimo saluto a Vanessa Ballan in Duomo. Il vescovo: “Non c’è senso nella sua uccisione”

È’ grande il dolore di parenti, amici e colleghi ai funerali di Vanessa Ballan, la 26enne di Riese uccisa lo scorso 19 dicembre dal kosovaro Bujar Fandaj. La bara bianca della giovane – ammazzata con il feto che portava in grembo – è arrivata nel Duomo di Castelfranco Veneto seguita dal silenzioso corteo guidato dal compagno Nicola, i genitori e gli amici più cari. Nessuno spazio libero nella cattedrale con capienza 500 posti, presenti il governatore Luca Zaia, gli assessori regionali Manuela Lanzarin e Federico Caner, il prefetto di Treviso, i sindaci di tutti i Comuni della Castellana.

Funerali di Vanessa Ballan 2

“È troppo grande quanto è accaduto, è troppo al di fuori di ogni pur pessimistica previsione”, le parole del vescovo di Treviso Michele Tomasi nell’omelia: “Non c’è un motivo al mondo che giustifichi questo atto, questa violenza. Non c’è mai. Non c’è sicuramente nel caso di Vanessa e della creatura che lei portava in grembo”. Non c’è un senso nella brutale uccisione di Vanessa, ha aggiunto, il prelato:“Questa è il male. E con il male non possiamo, non abbiamo il diritto di venire a patti“. Mons. Tomasi ha invocato il silenzio dai clamori e dalle curiosità, il silenzio della memoria e delle emozioni più negative, ma non certo il silenzio della ricerca di giustizia e “nell’impegno per una civiltà che rifiuti nelle parole, negli atti e nei fatti la violenza sulle donne”.

Nicola Ballan, fratello di Vanessa, ha ricordato i momenti divertenti trascorsi insieme alla sorella nel corso del suo intervento dal pulpito del Duomo di Castelfranco Veneto: “Trasmettevi a tutti sempre serenità e gioia di vivere in qualunque situazione ti trovavi, che fosse al lavoro o in famiglia. Vivevi col sorriso sul viso e la tua risata caratteristica e contagiosa si distingueva tra tante. Spesso mi sono chiesto guardandoti come facessi a far sembrare tutto così semplice, adesso tutte queste domande non hanno più senso e peso lasciano spazio in tutti noi a un immenso dolore e vuoto vorrei che tutti ti ricordassero come ti ho appena descritto, se semplice e solare anche nelle difficoltà e nella prova che la vita ti ha riservato”.

La rabbia per la prematura morte di Vanessa è palpabile, gli amici della ventiseienne non riescono a concepire il perché di tanta ferocia. “Era una ragazza stupenda, mai ci saremmo aspettate una cosa del genere. Era così felice, per tutto, per la famiglia, per il bimbo che aspettava. Non si può arrivare a una tragedia così”, ha raccontato una collega della vittima. La donna ha poi rivelato di aver visto in più di un’occasione Bujar, il killer kosovaro: “Lo vedevo ma come tanti altri clienti, chi poteva dire che avrebbe mai fatto una cosa così? Vanessa con noi non si era confidata, magari aveva paura ma la teneva per sé. Andava avanti col sorriso, non manifestava segni di paura. Siamo davvero tutte traumatizzate”. Sulle giacche di amici e conoscenti un nastrino rosso, mirato a sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne, già indossato dai familiari di Giulia Cecchettin. Così, invece, un’altra cara amica di Vanessa: “Non deve più succedere. Io mi chiedo a questo punto a cosa servano le leggi. Noi avevamo paura quando Fardaj entrava in negozio, il suo sguardo non mi piaceva”.

Funerali di Vanessa Ballan

In occasione della proclamazione del lutto regionale, nella giornata di oggi – su tutto il territorio del Veneto – è stata disposta l’esposizione a mezz’asta della bandiera della Regione. L’invito agli Enti pubblici veneti è inoltre quello di unirsi nella manifestazione del cordoglio e promuovere occasioni di riflessione in tutte le sedi istituzionali sul tema della violenza contro le donne. “È la seconda volta che vengo nel duomo di Castelfranco per un funerale: la prima volta fu per Iole Tassitani, un altro femminicidio, una rapita e uccisa nel 2007”, le parole di Zaia uscendo dalla chiesa: “Penso che, da un lato, si debbano inasprire ancora di più le pene, perchè pensare che si possa addirittura prendere 10, 20, 30 anni di condanna e non restare in carcere a vita è grave. Dall’altro serve il lavoro di tutta la comunità”.

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