“A letto e al buio”. Cos’è la sindrome otolitica di cui soffre Giorgia Meloni

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Niente da fare per Giorgia Meloni alla prese con un malanno che l’ha costretta a rinviare la conferenza stampa di fine anno al prossimo 4 gennaio 2024. La diagnosi è di “sindrome otolitica“: fonti di Palazzo Chigi parlano di questa patologia il cui nome scientifico è “vertigine posizionale parossistica benigna”.

Di cosa si tratta

Vertigini e capogiro: questa la sintomatologia che avrebbe colpito la premier costretta “a letto e al buio” per un paio di giorni dopo che in un primo momento le era stata diagnosticata l’influenza. In pratica si sarebbero aggregati all’interno dell’orecchio gli otoliti, minuscoli agglomerati di ossalato e carbonato di calcio che hanno l’importantissima funzione di mantenere una persona in equilibrio. Un otorino ha visitato la premier eseguendole una “manovra” per far migliorare la situazione tant’é che Giorgia Meloni sarebbe già in “via di miglioramento” ma dovrà indossare un collare grazie al quale questa mattina “è riuscita ad alzarsi e a parlare al telefono“.

Come si manifesta

All’interno dell’orecchio “sono posizionate le cellule sensoriali dell’equilibrio, dotate di ciglia verticali, su cui poggia uno strato di innumerevoli cristalli chiamati otoliti, che si comportano come dei minuscoli sassolini“, hanno spiegato gli esperti dell’ospedale Niguarda – “A ogni movimento della testa gli otoliti, essendo più pesanti della linfa, causano una deflessione delle ciglia delle cellule sensoriali. Questa sollecitazione invia un segnale al cervello informandolo sulle variazioni di posizione della testa nello spazio”. Ecco che, però, se avviene un distacco (anomalo) questi otoliti possono fuoriuscire dalla loro sede per poi disturbare il corretto funzionamento dell’orecchio con le dirette conseguenze che hanno colpito la premier.

Ma quali sono i fattori aggravanti o che scatenano questa patologia? Può derivare da infezioni all’orecchio o interventi chirurgici sempre dell’orecchio, da traumi cranici ma anche da incidenti di vario genere. Un’altra causa scatenante può essere l’eccessivo riposo a letto quando capita, ad esempio, a causa di una convalescenza.

Quali sono le dirette conseguenze

Finché si resta in posizione verticale non causano alcun disturbo, ma ogni volta che ci sdraia o ci si alza, gli otoliti si muovono dentro l’ampolla causando un violento impulso ai sensori, che a loro volta inviano al cervello un improvviso segnale di rotazione” hanno sottolineato gli esperti del Niguarda. Oltre alle vertigini massima attenzione ai capogiri che possono manifestarsi anche quando si è distesi sul letto e si ripetono quando il paziente cambia posizione. “Invece in piedi, durante il giorno, persiste solo un vago senso di instabilità, senza capogiro”. In ogni caso si tratta di una patologia benigna perché non si avranno conseguenze dirette sull’udito o sulla salute generale del paziente e la disfunzione degli otoliti tende a regredire spontaneamente con il trascorrere del tempo.

Come si cura

Quando si presenta questa problematica, l’esperto otorino esegue il cosiddetto test di Dix-Hallpike, una manovra che si esegue prima dal lato dell’orecchio e poi da quello sinistro con il paziente che dovrà mettersi disteso e con la testa girata di 45 gradi rispetto alle spalle. Se questa particolare manovra non dovesse andare a buon fine ecco che il paziente dovrà eseguire, dietro prescrizione dello specialista, alcuni specifici esercizi di riabilitazione da svolgere a casa per alcuni giorni fin quando il problema non scompare del tutto.

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