Se è vero che la classe politica rispecchia chi l’ha votata, anche negli investimenti i parlamentari e ministri italiani si dimostrano molto simili all’investitore medio italiano. Cioè tanti immobili e terreni, qualche sporadico fondo di investimento, pochissime azioni e quei pochi titoli quasi sempre italiani. Tra gli investitori più arditi c’è il senatore Pier Ferdinando Casini che possiede un portafoglio azionario di molte migliaia di euro.
L’ex leader Udc non si limita ai grandi classici Generali, Enel e Mediobanca, ma si spinge anche sui mercati internazionali, con quote di Apple, Microsoft, Alibaba, Mercedes, Amazon, Visa, Louis Vuitton (Lvmh) e altri titoli, tutti con un numero di azioni notevoli (di Hera spa ha 6mila azioni, al valore attuale di 3 euro l’una circa fanno 18mila euro, solo su questo titolo). Tra gli altri «azionisti» c’è il verde Angelo Bonelli, che però su questo fronte più che verde è rosso, nel senso che i due titoli in suo possesso, Tiscali e Inovio Pharmaceuticals, sono crollati a picco nell’ultimo anno (tra investimenti e Soumahoro, un 2023 da dimenticare per Bonelli).
Matteo Salvini è il tipico «cassettista», detiene le stesse azioni da anni senza vendere. Il leader leghista ha una passione per i titoli energetici italiani: Enel, Acea, A2A. Gli unici tre del suo portafoglio. Nessun investimento azionario per il premier Giorgia Meloni, nè per l’altro vicepremier Antonio Tajani. In questo la leader Fdi è in compagnia dei leader rivali. Anche Elly Schlein non dichiara alcun investimento, e neppure Giuseppe Conte. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per natura prudente, evita i mercati e investe in un’attività più antica: la pesca nel lago di Varese, con dieci quote della cooperativa di pescatori locali.
Il ministro più attivo negli investimenti è Luca Ciriani, meloniano, che possiede vari fondi azionarie anche singole azioni, italiane (Telecom, Generali), da buon patriota. Mentre Carlo Nordio, ministro della Giustizia, punta su banco Bpm, di cui detiene 5mila azioni (circa 24mila euro). Mentre Maria Elena Boschi resta affezionata alle Bcc, con 10 quote della Bcc Valdarno. Poi ci sono i parlamentari che hanno quote di società, studi professionali o altro. Come Ignazio La Russa, presidente del Senato, che dichiara 10mila quote di Fc Internazionale Milano Spa. La sua amatissima Inter. Si scopre che La Russa ha venduto la jeep russa Uaz Patriot che nel 2010 (allora La Russa guidava la Difesa) gli regalò Berlusconi. La Uaz – il primo esemplare uscito dalla fabbrica – fu acquistata dal Cavaliere dopo una scommessa persa con Vladimir Putin.