Durante il weekend di Natale e il successivo giorno di Santo Stefano, il canale 20 Mediaset ha scelto di mandare in onda l’intera trilogia di Peter Jackson dedicata a Il signore degli anelli, opera monumentale nata dalla fantasia e dagli studi di J.R.R. Tolkien e diventata un caposaldo del genere fantasy. Le due torri, che va in onda questa sera alle 20.59, è il secondo capitolo della saga, il film “di mezzo” che serve a far avanzare la storia e a porre le basi per la risoluzione del terzo. E proprio per quest’ultimo motivo, Il signore degli anelli – Le due torri, introduce in modo definitivo un personaggio fondamentale, Gollum.
Il signore degli anelli – Le due torri, la trama
Le vicende de Le due torri prendono il via dal punto in cui la storia si era interrotta ne La compagnia dell’anello. Frodo (Elijah Wood) è determinato più che mai a raggiungere Mordor per gettare l’Unico Anello nelle fauci del Monte Fato e salvare così la Terra di Mezzo, seguito dal leale Sam (Sean Austin). Ben presto, però, i due scoprono di essere seguiti da una creatura che si nasconde nell’ombra e che sembra intenzionato a rubare ciò che Frodo porta al collo. I due hobbit, allora, catturano Gollum e questi, per aver salva la vita, promette che li condurrà a Mordor, senza rischio di essere catturati dagli Uruk-hai. Nel frattempo Saruman (Christopher Lee) rafforza la sua alleanza con Sauron e attacca Rohan, facendo sì che il suo servo controlli a vista Re Theoden, rendendolo una marionetta inutile. Intanto nella foresta, Legolas (Orlando Bloom) e Aragorn (Viggo Mortensen) incontrano lo Stregone Bianco e scoprono la verità sul destino di Gandalf (Ian Mckellen), creduto morto nella miniera di Moria.
Ecco come è stato creato Gollum
Quando si pensa alla saga de Il signore degli anelli, la mente degli spettatori corre subito a determinati personaggi. A Frodo, che riesce a compiere un’impresa titanica solo perché sorretto dalla lealtà e dal sacrificio di altri. A Sam, fidato migliore amico la cui innocenza è ciò che impedisce al protagonista di cadere del tutto nelle spire dell’oscurità rappresentata da Sauron. Si pensa all’onore di Aragorn, alla saggezza di Gandalf, agli scambi simpatici e goliardici tra Legolas e Gimli. Non molto spesso, però, si sottolinea che è Gollum il vero motore di questa storia. Gollum, un hobbit divorato dalla tentazione dell’Unico Anello, appare già con un ruolo preponderante nel libro Lo hobbit, prequel de Il signore degli anelli, quando inizia una sfida di enigmi con Bilbo Baggins che lo porta a perdere “il mio tesoro”, scivolando ancora di più nella follia, in una sorta di rilettura dei sintomi di qualsiasi crisi d’astinenza. In effetti il suo comportamento è stato costruito prendendo come spunto i sintomi e gli atteggiamenti di chi è dipendente dall’eroina. Sarà sempre Gollum, all’inizio de La compagnia dell’anello, a svelare ai soldati di Mordor il nome di Bilbo Baggins e della Contea, portando i Nazkul (i cavalieri neri) a mettersi sulle tracce di Frodo. Sebbene bisognerà aspettare Il ritorno del Re per scorprire del tutto la storia di Sméagol e di Gollum, la creatura putrefatta che si allea temporaneamente con Frodo e Sam è uno dei personaggi più importanti della saga, una sorta di risolutore involontario, che rappresenta anche uno specchio di Frodo man mano che l’influenza dell’Unico Anello si fa più pressante.
Per realizzare questo personaggio così sfaccettato e problematico, il regista Peter Jackson è ricorso alla tecnica della computer grafica conosciuta come Performance Capture, utilizzata anche da Robert Zemeckis per Polar Express e da James Cameron per la sua saga di Avatar. Lo scopo di questa tecnica cinematografica legata alla motion capture è quella di rendere più umani e verosimili possibili i movimenti e le espressioni di personaggi modificati e creati in computer grafica. In questo caso, l’attore di Gollum, Andy Serkis, ha dovuto indossare una speciale tuta realizzata appositamente per raggiungere l’obiettivo e caratterizzata dalla presenza di almeno trecento sensori che avevano lo scopo di “catturare” appunto tanto le espressioni quanto i movimenti dell’attore, di modo da renderli facilmente replicabili una volta che la computer grafica e il reparto degli effetti visivi avrebbe trasformato l’interprete nella figura gobba e putrida che poi viene mostrata sul grande schermo. Secondo quanto scrive IMDB, Andy Serkis all’inizio avrebbe dovuto solamente doppiare il personaggio: tuttavia, giunto in Nuova Zelanda per le registrazioni, riuscì a colpire così tanto Peter Jackson durante l’audizione che venne “assunto” anche come interprete “fisico” di Gollum. L’attore, che tornerà a usare la performance capture in King Kong e ne L’alba del pianeta delle scimmie, si assicurò anche che la sua voce fosse sempre precisa nel restituire la disperazione di Gollum e la sua disabitudine a parlare con altri. Per ottenere questo risultato, secondo quanto si legge sul sito dell’Internet Movie Data Base, Andy Serkis beveva regolarmente una bibita che è stata poi chiamata Gollum Juice (succo di Gollum, in italiano) e che era fatta con miele, limone e zenzero. L’insieme di tutti questi elementi ha dunque portato alla creazione di Gollum, una creatura che non esiste davvero, ma che è così verosimile da essere diventato in parte un’icona del cinema.