Il cosiddetto “Pandoro gate” sta dividendo da giorni gli utenti del web (e non solo) fra chi ha preso le difese di Chiara Ferragni e chi al contrario la accusa più o meno velatamente di truffa. Ma la vicenda sembra aver ispirato più di uno “street artist”: se a Milano il murale realizzato da Tvboy (che immortalava una donna con le fattezze della principale influencer italiana intenta a consegnare una banconota ad un clochard riprendendosi con lo smartphone, ndr) ha fatto discutere, anche quello dipinto a Padova dall’artista Evyrein nelle scorse ore promette (sulla carta) di avviare un dibattito. Due opere diverse, ma che sembrano avere un punto in comune: il cinismo con cui entrambi gli artisti hanno dato una personale sintesi della storia in questione. Il murale comparso nella città padovana, presentato dallo stesso Evyrein sul proprio profilo Facebook, ha un titolo pungente:“Il malinteso”.
L’artista ha ritratto Chiara Ferragni insieme al marito Fedez. Nella mano destra, la trentaseienne imprenditrice tiene un pandoro rosa, che reca la firma dello street artist. A colpire maggiormente è forse la frase dipinta sopra la coppia, che è a quanto pare parte integrante del murale: “Attenzione pickpocket”, si legge in un curioso slang anglo-italiano. Tradotto: “Attenzione, borseggiatori”. Un’opera evidentemente non priva di sarcasmo, in attesa degli sviluppi delle indagini. La procura di Milano ha aperto un fascicolo nei giorni scorsi, al momento senza ipotesi di reato né indagati. Sul tavolo del procuratore Marcello Viola è infatti arrivato un esposto presentato dal Codacons e da Assourt, l’associazione utenti dei servizi radiotelevisivi, che ipotizza il reato di truffa. In precedenza, l’Antitrust aveva com’è noto multato per un milione di euro complessivo le società che gestiscono i marchi e i diritti di Chiara Ferragni, oltre ad una multa da oltre 400mila euro elevata a Balocco.
Nel mirino dell’autorità garante della concorrenza e del mercato era finita la campagna promozionale “Pink Christmas“, il pandoro commercializzato lo scorso anno: secondo le accuse, le società avrebbero fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro griffato Ferragni avrebbero contribuito ad una donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, quando in realtà la donazione (di 50mila euro) sarebbe stata effettuata dalla sola Balocco prima del lancio dell’iniziativa commerciale. Ferragni, in un video pubblicato successivamente sui social, aveva parlato di “errore di comunicazione”, dicendosi pronta a devolvere un milione di euro all’ospedale torinese (oltre che ad impugnare la sanzione dell’Antitrust). E chissà che l’altro “caso” nato successivamente sulle uova di Pasqua non possa rappresentare fonte di ispirazione per altri artisti di strada.