Ferragni, tre filoni aperti. I suoi profili si spopolano

Ferragni, tre filoni aperti. I suoi profili si spopolano

Si amplia l’inchiesta della procura di Milano che coinvolge Chiara Ferragni. Dopo l’apertura di un fascicolo conoscitivo senza ipotesi di reato e indagati, per il caso dei pandori Balocco, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha ordinato accertamenti anche sulle uova di Pasqua Dolci Preziosi e nei prossimi giorni in procura potrebbe essere ascoltata la stessa Ferragni. Le due operazioni commerciali, che le società riconducibili all’influencer hanno portato avanti con le diverse aziende tra il 2021 e il 2023, presentano alcuni punti in comune sui quali ora la procura del capoluogo lombardo ha deciso di vedere chiaro.


Un terzo filone è stato aperto presso la procura di Cuneo per il caso dei pandori Balocco, essendo l’azienda dolciaria nel comune di Fossano.

Sia nel caso dei pandori che in quello delle uova di Pasqua, le società a lei riconducibili hanno stipulato contratti onerosi per la cessione del marchio alle aziende che hanno effettuato la donazione benefica slegata dalla vendita dei prodotti. Ma la comunicazione che è stata successivamente effettuata ha spinto i consumatori all’acquisto nella convinzione che la loro spesa potesse contribuire all’opera di bene. Il ruolo di Ferragni è stato meramente promozionale, senza interventi diretti nella beneficenza, al contrario di quanto i consumatori sono stati portati a credere.

I tre filoni d’indagine, ma prima ancora la sanzione di AgCom, hanno avuto forti ripercussioni sull’immagine dell’influencer. FdI a Milano ha aperto una petizione per chiedere la revoca dell’Ambrogino d’oro consegnato nel 2021 (ieri Santanchè e La Russa non hanno firmato). Ma nonostante il video di scuse (che ha toccato la cifra record di 12miloni di view, quasi 120mila commenti – in gran parte negativi – e oltre 1.4milioni di like) e la promessa di una cospicua donazione, Ferragni continua a perdere follower. Sono quasi 117mila in meno in una settimana, una goccia nei milioni di follower del suo bacino, ma non pochi. La reputazione è in caduta libera e quel che è più grave per il suo modello di business è che hanno iniziato a dissociarsi i brand che hanno contribuito alla costruzione della sua enorme ricchezza.

Safilo ha annunciato l’interruzione dell’accordo di licenza con Ferragni per la produzione e distribuzione di occhiali col suo marchio.

La ragione è una violazione degli accordi contrattuali, che sembrano essere legati al venir meno della «buona condotta» richiesta dall’azienda di eyewear. E potrebbe essere solo il primo di tanti. La rete sta esercitando pressioni sulle aziende che negli anni hanno legato il loro nome all’influencer, affidandole la promozione dei loro prodotti. Il Giornale ha verificato i profili social e abbiamo riscontrato una rabbia diffusa, con richieste di dissociazione nei confronti di Calzedonia, Ghd, Pantene, Falconeri. E ancora Lancôme, Louise Vuitton, Coca-Cola e Dior. Ma non solo. «I vostri prodotti li ho comprati davvero perché sono ottimi, ora però sospendo finché non troverete soluzioni promozionali diverse», è uno dei tanti appelli alle aziende. Mentre Ferragni si è chiusa in un assordante silenzio.

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