In una lunga intervista a Interfax, il vice ministro degli Esteri russo, Sergej Ryabkov, ha affermato che la Russia sta monitorando attentamente i preparativi americani per l’eventuale dispiegamento di missili a raggio intermedio in Europa, sottolineando che la reazione di Mosca è strettamente legata alla comparsa di questi vettori nelle regioni interessate. Ryabkov ha affermato che non dovrebbero esserci dubbi sulla determinazione russa a rispondere materialmente a Washington in modo speculare, aggiungendo che a giudicare dallo sviluppo degli eventi, è giunto il momento in cui le necessarie decisioni politiche a Mosca potranno essere prese rapidamente.
Il vice ministro degli Esteri si sta riferendo in particolar modo al sistema Aegis Ashore di Redzikowo, in Polonia, di prossima entrata in servizio. Questo sito – il secondo in Europa dopo quello rumeno di Deveselu – è dotato di missili terra-aria tipo “Standard” utilizzati per la difesa antimissili balistici. Secondo Mosca, i lanciatori verticali Mk-41 del sistema Aegis Ashore (il medesimo che si trova sui cacciatorpediniere Arleigh Burke), può essere rapidamente convertito per utilizzare i missili da crociera Tomahawk. Questa possibilità era proibita dal trattato Inf (Intermediate Nuclear Forces), che vietava lo schieramento nella regione europea a ovest dei monti Urali di missili balistici a raggio medio e intermedio e di missili da crociera basati a terra, con relativi sistemi di lancio.
La recente fine del trattato ha aperto a questa possibilità, e non è da escludere che l’Aegis Ashore di Redzikowo possa prevedere il lancio dei Tomahawk, proprio come avviene sui cacciatorpediniere statunitensi. Ryabkov, ancora a tal proposito, ha affermato che la Russia ne sta tenendo sicuramente conto per quanto riguarda la pianificazione militare. Il vice ministro, per suffragare questa tesi, sostiene che il percorso verso l’universalizzazione dei lanciatori e quindi l’ottenimento della capacità di cambiare armamento a seconda dei compiti senza cambiare l’infrastruttura di base, è molto caratteristico dell’approccio americano alle attività militari.
A ogni buon conto, la Russia è sospettata di avere infranto per prima le norme del defunto trattato Inf, avendo costruito un vettore da crociera basato a terra caratterizzato da una gittata proibita dalle clausole dello stesso: il missile 9M729 (o SSC-8 in codice Nato). Si tratta di un missile da crociera mobile, basato sul veicolo di trasporto/lancio del sistema “Iskander” (che qui si indica come variante K), con una portata stimata di 2.500 chilometri e sviluppato dall’ormai noto 3M-54 “Kalibr”, usato dalle unità navali russe nel conflitto in Ucraina e prima ancora in quello in Siria.
Da quanto sappiamo, Mosca, prima dello scoppio del conflitto, ha mantenuto i lanciatori di 9M729 in siti posti a est degli Urali, ma questa precauzione sembra sia decaduta nel corso della guerra, sebbene non ci siano prove tangibili del loro dispiegamento nel teatro europeo. La questione dei vettori missilistici a raggio medio e intermedio basati a terra, siano essi balistici o da crociera, è tornata prepotentemente sul tavolo dei pianificatori militari con la fine del trattato Inf, determinata dalla necessità statunitense di avere sistemi affidabili per contrastare e fungere da deterrente dell’enorme arsenale missilistico di questo tipo posseduto dalla Repubblica Popolare Cinese.
In effetti lo scacchiere di riferimento per il futuro dispiegamento di questi particolari missili non è quello europeo ma quello asiatico, sebbene l’esercito americano abbia ufficialmente riattivato il 56esimo comando di artiglieria in Germania, un’unità che tra il 1963 e il 1991 era armata con missili balistici nucleari Pershing e Pershing II. Nella sua nuova veste, questo reparto fungerà da hub per le operazioni di artiglieria in tutta Europa, compreso il dispiegamento di nuove armi ipersoniche terrestri e altri missili a lungo raggio nei prossimi anni.