Vogliono cancellare il Presepe e il Natale. “Così lo difendiamo!”

Vogliono cancellare il Presepe e il Natale. “Così lo difendiamo!”

Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l’altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori “l’altro”. Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Mancano due giorni al Santo Natale, alla nascita di Gesù Bambino e, come al solito, dobbiamo fare i conti con i nemici del Presepe. C’è chi si schiera contro la Natività e non la vuole. La ripudia, la rifiuta. Dai piccoli comuni (generalmente a guida Dem) alle scuole e alle università governate da dirigenti “sinistri”. Il motivo? “È un simbolo Cristiano e la società è ormai multietnica e laica” dicono. Una follia!

Rinunciare alle nostre tradizioni in nome degli altri. Ripudiare la propria cultura in nome dell’accoglienza. In soccorso del Presepe si è schierato il partito di Giorgia Meloni e, al Senato, ha presentato un disegno di legge per “vietare che venga vietato” ha detto ai nostri microfoni la senatrice Lavinia Mennuni che, del ddl, è la prima firmataria.

*ASCOLTA IL PODCAST E LE PAROLE DELLA SENATRICE DI FRATELLI D’ITALIA*

“Le polemiche di queste ore mi hanno stupita, noi con questo disegno di legge andiamo a preservare uno dei nostri simboli più importanti della tradizione italiana e cristiana. Ricordiamo che il Presepe è nato proprio 800 anni fa a Greccio. Avrei pensato che ci fosse assoluta accoglienza da tutte le forze politiche e invece così non è stato. Vietare di vietare significa libertà, libertà di poterlo realizzare e la chiusura degli altri partiti mi ha sorpreso” confessa amareggiata la senatrice.

Ma il Presepe può essere un simbolo divisivo? Lo abbiamo chiesto a don Mino Ciano, parroco della Parrocchia Maria Santissima delle Grazie e, giustamente, ci fa notare come sia un simbolo di unione e non di divisione. “I vari personaggi rappresentati nel Presepe, in maniera particolare i Re Magi, non sono altro che il segno dei popoli che insieme si mettono in cammino per giungere ad una meta. Esprimono proprio la capacità di camminare insieme per un fine comune e questo è un segno di unione e fraternità”.

Una fraternità che, però, non piace a molti. All’Istituto Universitario europeo di Fiesole, per esempio, la festa di Natale è stata sostituita da quella d’inverno proprio come a Nantes, comune francese dove, per rispetto delle diverse religioni e culture, il Natale non verrà celebrato. Per le strade niente luci e presepi ma solo maschere (terrificanti) colorate appese qua e là.

A volte, però, ci si mettono pure i preti in mezzo a confondere i fedeli e a disorientarli come don Vitaliano Della Sala, parroco della Chiesa SS. Pietro e Paolo in Capocastello di Mercogliano in provincia di Avellino che, in chiesa, ha esposto un presepe con due mamme, due madonne, in nome dell’inclusività. Ma di questo passo dove andremo a finire? Intanto ne approfitto per augurarvi un buon Santo Natale.

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