Le custodie FineWoven per iPhone 15 stanno causando non pochi grattacapi a Apple, basta farsi un giro sui forum per rendersene conto, ma soprattutto il tanto sbandierato materiale animal free, utilizzato al posto della pelle, non solo avrebbe una durata minima ma non sarebbe per niente green.
La ricerca di Unic
A sostenerlo un’associazione la Unic- Concerie Italiane, che proprio per scoprire di cosa fossero fatte e se davvero “sostenibili”, ha commissionato una ricerca comparativa a Ars Tinctoria, laboratorio specializzato in ricerca analitica organica sui materiali, il cui risultato non lascia nessun dubbio: il meteriale FineWoven sarebbe un derivato del petrolio.
“Lo scorso settembre – scrive UNIC in una nota – in concomitanza con lancio del suo nuovo Iphone 15, Apple ha dichiarato di voler migliorare la sostenibilità dei propri prodotto, sostituendo, nelle cover del nuovo smartphone, la pelle con un materiale animal free, chiamato FineWoven. Nel presentarlo era stata tirata addirittura in ballo “madre natura” si legge ancora nella nota, che visti i risultati dei vari test eseguiti, se potesse esprimersi a parole non sarebbe affatto soddisfatta.
Un materiale fossile
Non ci sarebbero infatti dubbi: “FineWoven risulta essere un materiale di origine fossile che esprime un livello di durabilità insufficiente e del tutto incomparabile con quello della pelle. Insomma: non è green come viene presentato. La comparazione – viene inoltre specificato –è stata fatta dall’azienda Ars Tinctoria, su campioni di quella che in passato Apple usava per le sue cover”
I risultati nel dettaglio
“Sul piano della sostenibilità ambientale – spiega ancora UNIC – è stata analizzata la composizione microscopica e bio-based dei due materiali (metodo EN 16640) per conoscere la quantità di carbonio biologico presente. I risultati delineano come la pelle analizzata abbia una struttura compatta, con assenza di polimeri interfibrillari, e una composizione bio-based al 99%. FineWowen, invece, presenta una fitta trama di fibre polimeriche (che rende difficile un eventuale tentativo di riciclaggio) ed è bio-based all’1%”.
Questa spiegazione che usa parole molto tecniche, in realtà è facilmente comprensibile e: “significa che la pelle è un materiale naturale, riciclabile, di origine biologica, che, a fine vita del prodotto, “tornerà” in natura in tempi ragionevolmente rapidi. FineWoven, invece, no perchè è totalmente di origine fossile. È un derivato del petrolio, un materiale plastico difficilmente recuperabile. Rimarrà come rifiuto in natura per migliaia di anni, con annesso rischio di produzione di micro/nano plastiche, la cui pericolosità per ogni essere vivente sul pianeta, è stata più volte accertata“.
Acquirenti insoddisfatti
Come accennavamo all’inizio, basta girare qualche forum per rendersi conto quanto gli acquirenti non siano soddisfatti del prodotto, che a detta di molti, sarebbe meno durevole di quello che si pensava. “Sul piano prestazionale – scrive UNIC –è stata misurata la resistenza all’abrasione (metodi EN 13520, ISO 7906), che simula l’uso quotidiano dell’oggetto (metodo Martindale). La pelle ha resistito a ben 51.200 cicli senza mostrare alcun tipo di alterazione (né di colore né di superficie del materiale). FineWowen ha resistito solo 1.600 cicli, con evidente alterazione del colore e abrasione della superficie. Tutto ciò dimostra che FineWomen è il contrario di un materiale green e non garantisce la stessa durabilità della pelle”.
La risposta del brand
Molto probabilmente Apple aveva previsto il sopraggiungere di reclami da parte degli utenti, tanto da avvertire la necessità di inviare una nota interna per “istruire” il personale dei punti vendita al dettaglio su come affrontare le lamentele e per fornire agli utenti le giuste indicazioni riguardo la manutenzione delle custodie.