Senza incentivi, almeno allo stato attuale, le auto elettriche restano al palo. Caso italiano a parte, dove i sostegni ci sono, però sono inutilizzati a causa dei listini elevati, ma anche dello scarso feeling verso questa alimentazione, la dimostrazione che gli ecobonus sono fondamentali per la diffusione di questo tipo di mobilità arriva dalla Germania. In novembre, rispetto a immatricolazioni complessive in Europa in aumento del 6%, ma in evidente frenata dopo 13 mesi con crescite a doppia cifra, le vendite di vetture a batteria sono crollate del 22,5% e quelle delle ibride ricaricabili di ben il 59,3%. E parliamo della Germania, Paese ora in piena crisi economica che ha fortemente condizionato gli orientamenti della Commissione Ue, le cui Case hanno allacciato più di altre relazioni con i big cinesi e, in particolare, il gruppo Volkswagen, che ha destinato investimenti stratosferici sul «tutto elettrico».
È lo stesso colosso di Wolfsburg alle prese con stop produttivi e tagli vari proprio per il calo della domanda di questi veicoli. E così, dopo aver cancellato gli incentivi all’acquisto di auto elettriche relativi alle aziende, a sorpresa Berlino ha anticipato allo scorso 17 dicembre l’alt alle agevolazioni per i privati del 2023. Incentivi che dovrebbero ripartire nel ’24, seppur ridimensionati: 3mila euro e solo per le auto sotto i 45mila euro, ma si parla di un possibile ulteriore stop. Da parte loro, alcuni costruttori, tra cui Stellantis, hanno deciso di accollarsi per un certo periodo il bonus statale. Il mercato tedesco, come si vede, è nel caos totale.
«Ricordo che allo stato di fatto, il maggior valore aggiunto di queste auto sta nelle batterie e nei motori elettrici notoriamente prodotti in Cina, quando non si tratta addirittura del veicolo intero. Gli Stati si stanno accorgendo che ogni euro di incentivo finisce nelle casse di Pechino e non nello sviluppo dell’economia e nell’occupazione europea», commenta Andrea Taschini, manager automotive.
E proprio a tutela delle produzioni europee, rispetto a quelle in Cina, interviene il presidente francese Emmanuel Macron. L’Agenzia per la transizione ecologica d’Oltralpe, infatti, ha pubblicato un primo elenco di veicoli elettrici che potranno beneficiare del nuovo bonus ecologico in base ai materiali utilizzati nella produzione, la batteria, il consumo energetico e l’impatto complessivo del mezzo in marcia.
Da qui l’esclusione di numerosi modelli in arrivo da Pechino, Tesla Model 3 inclusa. Sorridono Stellantis (24 modelli elettrici ammessi al bonus) e anche Renault, entrambi gruppi non a caso partecipati dall’Eliseo, che vede esclusa la sola Dacia Spring, prodotta in Cina. Guardando ai dati europei di novembre, la frenata generale è dovuta soprattutto all’inflazione. In questo scenario, comunque, l’auto elettrica ha una quota del 17% (15,4% da gennaio).