“Denuncia per stalking non urgente”: così il kosovaro ha potuto uccidere Vanessa

“Nessuna confessione”: la mossa per scarcerare il killer di Vanessa

Vanessa Ballan è l’ennesima vittima di femminicidio in Italia nel 2023. A poco più di un mese dall’omicidio Cecchettin, il Veneto vive un altro lutto per una morte che, forse, poteva essere evitata. La vittima, infatti, aveva denunciato Bujar Fandaj per stalking lo scorso ottobre, in quanto l’uomo la importunava sul posto di lavoro a seguito della fine della loro relazione. Ma non sono stati presi provvedimenti contro di lui, perché, poco più di un mese fa, la denuncia venne considerata non urgente. Nella mattinata di ieri, tra le 11.30 e le 12.00, ha sfondato la portafinestra dell’abitazione dove la donna viveva col marito e il figlio e l’ha uccisa con 7 coltellate, lasciandola in una pozza di sangue.

C’erano elementi forse per un pericolo di attività persecutoria e molesta, ma non per un divieto di avvicinamento“, ha dichiarato il procuratore capo di Treviso, Marco Martani, durante l’incontro con i giornalisti a seguito del caso di cronaca che ha sconvolto un’altra volta l’Italia. Quindi, il procuratore ha proseguito: “La valutazione fatta era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata“. Questa valutazione è stata effettuata anche a seguito dell’analisi dei tabulati telefonici. Sul fronte giudiziale, quindi, mancavano gli elementi per fare qualcosa di più, anche perché subito dopo la querela della donna, a casa di Fandaj era stata effettuata una perquisizione che non aveva aggiunto nuovi elementi di pericolosità e l’uomo non aveva più metto in atto atteggiamenti persecutori contro Ballan.

L’unica misura che avrebbe potuto impedire l’aggressione sarebbe stata la custodia cautelare in carcere, un provvedimento per sostenere il quale non vi erano oggettivamente elementi sufficienti“, ha concluso il procuratore. Oggi, Martani parla di “elementi per contestare la premeditazione“, in quanto il killer aveva attivato una nuova utenza telefonica e si era presentato a casa della donna con tutto l’occorrente per l’omicidio. Infatti, è stato rivelato che aveva con sé un martello, due coltelli, e altri attrezzi da scasso. Nel borsone in cui tutto questo era contenuto c’era anche un coltello simile a quello che è stato trovato in cucina, e che è l’arma del delitto.

Ma non solo, perché ha messo in atto anche atteggiamenti atti al depistaggio, cercando di sviare le indagini. Nella mattinata di ieri, attorno all’ora dell’omicidio, ha pubblicato una storia Instagram che lo ritraeva sulle strade slovene e poi, ha spiegato il procuratore, “ci aveva telefonato ieri sera, intorno alle 21.00, ammettendo il fatto, e questo per noi ha valore confessorio. Aveva detto che si sarebbe costituito ai carabinieri di Riese, ma per noi era un tentativo di depistaggio“. È stato arrestato da una pattuglia di carabinieri in borghese appostata fuori dalla sua abitazione, subito dopo il rientro a casa.

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