Eppur si muove: un potente riscaldamento della stratosfera potrebbe dare origine a tutta una serie di conseguenze gelide per l’emisfero settentrionale, Italia compresa. È questo il responso dei più autorevoli centri di calcolo meteorologici mondiali su quanto potrebbe accadere a gennaio sopra il Polo Nord a causa dello stratwarming che, in quasi tutte le stagioni invernali, scombussola l’atmosfera con conseguenze più o meno dirette.
Cos’è lo stratwarming
Innanzitutto bisogna spiegare di cosa si tratta: stratwarming deriva dall’inglese “warm”, cioé “caldo”, e strat che è l’abbreviazione di stratosfera, ossia la porzione dell’atmosfera che si trova tra 15 e 50 km d’altezza sopra la superficie della terra. Ebbene, secondo le proiezioni, nei primi giorni di gennaio 2024 questa porzione di cielo dovrebbe subire un anomalo riscaldamento anche di 40-50°C come spiegano gli esperti de Ilmeteo.it. Quando si origina, spesso, si attiva verso il basso con ripercussioni dirette sulla troposfera che si “deforma”. Dal momento che questo processo è tipico del Polo Nord, accade che il vortice polare, ossia quella trottola gelida che staziona al Polo, può staccarsi in uno o più pezzi e “scivolare” verso Canada e Stati Uniti oppure verso l’Europa centro-settentrionale abbassandosi, quindi, di latitudine.
Le proiezioni per gennaio
Quando queste porzioni di gelo si staccano e viaggiano verso sud, provocano “ondate di freddo fin sul cuore dell’Europa e anche sull’Italia come è avvenuto nelle ultime settimane: e la conseguenza diretta è stata quella di avere freddo e neve a ripetizione su buona parte dell’Europa centro-orientale, con effetti anche sull’Italia”, spiega il meteorologo Mattia Gussoni. Ecco che, quindi, nei prossimi giorni si potrebbe verificare la stessa cosa in maniera più potente con effetti che si possono osservare soltanto due-tre settimane dopo l’evento con gli effetti che “li avvertiremo eventualmente nel corso del prossimo mese”.
Lo stratwarming è, quindi, un veloce riscaldamento della zona polare della stratosfera che provoca a un indebolimento del vortice gelido che spesso si divide in due o tre “cicloni” che provocano le ondate gelide che arrivano fin sul cuore del Mediterraneo. “Il passato ci insegna che queste dinamiche si traducono spesso in movimenti interessanti a scala emisferica, con una possibile irruzione dalla Russia verso l’Europa centrale (e successivamente verso l’Italia), di una poderosa massa d’aria fredda di origine artica con il nuovo anno”, sottolinea Gussoni.
È chiaro che, in questo momento, è impossibile stabilire l’esatta dinamica o traiettoria e, di conseguenza, le zone coinvolte in Europa e Italia. Quando questi episodi si verificano si formano minimi di bassa pressione con fenomeni nevosi anche a quote molto basse. “Trattandosi di previsioni a lungo termine, quella proposta è solamente una visione generale sul tempo atteso e non una previsione meteo dettagliata per la singola località o utile pianificare la propria vita privata”, conclude l’esperto.