Non ho mai fatto sconti a Giorgia Meloni.
Non più tardi di ieri sul Riformista abbiamo scritto che è un’influencer, non una statista.
Sulla giustizia siamo delusi dai ritardi delle riforme e dal giustizialismo strisciante che emerge nella cultura politica di Fratelli d’Italia.
Sull’economia vediamo tante chiacchiere e pochi cambiamenti.
Sulla politica internazionale la premier ha cambiato idea su tutto ma non ha portato risultati a casa su nulla.
Dunque, nessun dubbio sul giudizio negativo sul governo.
Ma, proprio per questo, oggi dobbiamo difendere il centrodestra dall’accusa più ridicola che viene rivolta a reti unificate dal resto dell’opposizione e da alcuni editorialisti di sinistra. L’accusa è semplice: deriva autoritaria, svolta antidemocratica.
Perché? Perché con la riforma costituzionale la destra riduce i poteri del presidente della Repubblica.
È vero che vengono ridotti i poteri del Colle, ma
questo non vuole dire che ci sia una svolta autoritaria.
Si possono ridurre o aumentare i poteri del Quirinale senza per forza dover evocare a ogni piè sospinto il fascismo.
Del resto l’unico modo per mantenere intatti i poteri del Presidente è non fare niente.
Mentre il modo per aumentare i poteri sostanziali del Presidente è eleggerlo direttamente.
L’elezione diretta del premier, invece, toglie giocoforza poteri al presidente della Repubblica.
Con una riforma del genere (che tanto non si farà mai perché la Meloni scrive le riforme su Twitter ma non in Gazzetta Ufficiale) non saranno mai più possibili i governi tecnici e i ribaltoni e il capo dello Stato non potrà più trovare soluzioni «creative» alle crisi di governo. Chi scrive ha contribuito a qualche crisi di Governo ed è stato insultato sia a destra, quando abbiamo mandato a casa Salvini, sia a sinistra, quando abbiamo mandato a casa Conte. Bene, io per primo ammetto che con la riforma certe manovre di palazzo non saranno più possibili.
Ma sostenere che questo sia l’annullamento del ruolo del Presidente della Repubblica figlio della destra autoritaria è falso.
E nessuno ha il coraggio di dire che anche la proposta della sinistra il cancellierato con la sfiducia costruttiva toglie poteri al Presidente. Esattamente allo stesso modo.
I poteri tolti al Colle vanno, nel primo caso, ai cittadini che eleggono il premier direttamente, nel secondo caso ai parlamentari che possono aprire una crisi solo se hanno già individuato un’alternativa.
Non fate di Mattarella il capo dell’opposizione, per favore. Non fatene il federatore dei vostri sogni. Non lo merita (e non lo accetterà mai, ovviamente) il nostro Presidente, non lo meritano le nostre istituzioni. Chi ha lavorato per avere Mattarella al Quirinale nel 2015 e chi ha lavorato per non avere la Belloni nel 2022 conosce bene il valore del Capo dello Stato. Per questo nessuno si può permettere di fare l’opposizione a Meloni strumentalizzando il ruolo del presidente. Che è l’Arbitro, non un giocatore.