Parigi, stop migranti coi voti di Le Pen

Parigi, stop migranti coi voti di Le Pen

L’ora della verità si è materializzata ieri pomeriggio. Dopo giorni di stop and go, la «Macronie» ha dovuto cedere alla stretta legislativa sull’immigrazione. La destra francese canta vittoria. E non solo quella neogollista, che si è vista accogliere larga parte delle sue proposte dalla commissione parlamentare mista incaricata di trovare una quadra al testo del governo respinto settimana scorsa dall’aula. Ma pure il Rassemblement national di Marine Le Pen: che parlando di «vittoria ideologica del RN» (e con sondaggi al 31%) ieri si è detta pronta a votare la legge (riscritta) del pur detestato ministro dell’Interno Gérald Darmanin.

Il testo indica il nuovo corso sull’accoglienza in Francia; inasprisce le regole sull’asilo come deterrente per altri arrivi e facilita le espulsioni di immigrati con nuovi criteri, accettando di regolarizzare parte dei lavoratori sans-papier solo «caso per caso» e non in modo generalizzato. Soprattutto, ius soli non più automatico e norme più stringenti per i ricongiungimenti. Dopo giorni di No alle istanze lepeniste, accordo a destra e crisi della maggioranza.

Il governo aveva tentato di far passare il suo testo originale in aula, andando a sbattere con le opposizioni: tutte. Destre e sinistra. Dopo la bocciatura dell’Assemblée, ora siamo alla maggioranza presidenziale contro il suo stesso governo. Un inedito assoluto per la Macronie, che ieri ha costretto il presidente a un vertice d’urgenza all’Eliseo con ministro dell’Interno e premier, mentre 6 ministri dell’ala gauche in un’altra riunione minacciavano le dimissioni se il testo a trazione Darmanin, diventato marchio neogollista e un po’ lepenista, sarebbe stato votato: «Non corrisponde al nostro Dna, va ritirato». Darmanin si felicitava invece per il compromesso. D’altronde la precedente disfatta aveva costretto lui a dar le dimissioni, respinte da Macron; la premier Borne aveva affidato la stesura di un nuovo testo a 7 deputati e 7 senatori bipartisan per dare risposte ai francesi sull’immigrazione, perché governo e maggioranza relativa, da sole, non sono in grado. Alla fine anche alcune istanze delle destre sono state accolte, ob torto collo, altrimenti il governo rischiava di non avere neppure un testo da sottoporre all’aula. L’ala sinistra del partito di Macron ha detto No. Maggioranza implosa. Accordo trovato, ma con le destre. La gauche macroniana si è rifiutata di bere l’amaro calice: votare cioè una legge con i lepenisti. Darmanin in Senato tira dritto: «Il testo non rimpiazza quello del governo, lo completa. Serve per proteggere i francesi, a espellere tra le altre cose quei delinquenti stranieri che oggi non possiamo espellere, votatelo».

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