Il leader ucraino Voloddymyr Zelensky ha tenuto oggi pomeriggio una conferenza stampa a Kiev in cui ha affermato che l’esercito ucraino, per continuare lo sforzo bellico, avrebbe richiesto di mobilitare tra i 450 e i 500mila uomini, ma che non ci sono fondi per faro.
Secondo il presidente ucraino, la mobilitazione, infatti, costerebbe circa 500 miliardi di grivnie (13,5 miliardi di dollari) ma attualmente non ci sono fondi disponibili – che occorrerebbe stanziare appositamente – pertanto gli alti funzionari militari e governativi dovranno discutere “questa questione molto delicata della mobilitazione” che poi il parlamento dovrebbe prendere in considerazione.
Il leader ucraino ha inoltre precisato di non aver ancora approvato il totale del personale della mobilitazione perché “non c’è ancora un’intesa sulle rotazioni e sulle ferie per coloro che stanno combattendo”. La conferenza arriva mentre i due maggiori alleati di Kiev, gli Stati Uniti e l’Ue, non sono riusciti ad approvare due pacchetti di sostegno separati, nonostante Zelensky si sia recato a Washington di persona per fare pressione sui legislatori statunitensi. Il presidente dell’Ucraina è però fiducioso, affermando che di essere “certo che il sostegno finanziario degli Stati Uniti e dell’Europa continuerà” e che gli Usa “non ci tradiranno”.
Le parole di Zelensky arrivano dopo quelle del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, che stamane ha riferito pubblicamente di voler aumentare l’esercito a 1,5 milioni di militari, segno dell’intenzione della Russia di prolungare i combattimenti in Ucraina.
Nel corso della conferenza stampa, il presidente ucraino ha affermato anche che il Paese non si sta dirigendo verso una sconfitta, insistendo che l’Ucraina, in tempi precedenti, si è trovata in una posizione più difficile da quando il conflitto è iniziato nel febbraio 2022. Zelensky ha anche detto che è stato un anno difficile, ma la Russia non è riuscita a ottenere alcun risultato nel 2023, pur riconoscendo di non sapere quando finirà il conflitto. Il presidente ucraino ritiene però che se l’Ucraina rimarrà “resiliente”, la guerra si concluderà più rapidamente.
C’è stato spazio anche per affrontare il tema delle elezioni: Zelensky ha dichiarato che le consultazioni elettorali non possono svolgersi durante la guerra in quanto il loro svolgimento potrebbe minare l’unità nazionale ed essere facilmente sfruttate dalla Russia. In ogni caso l’idea di tenere le previste elezioni è stata ampiamente discussa in Ucraina, sebbene la legge marziale, che è in vigore da quando è iniziata l’invasione russa, le proibisca formalmente. Sia dal punto di vista costituzionale che giuridico, il governo ucraino sta semplicemente seguendo la legge: la costituzione e la legislazione sulla legge marziale vietano chiaramente che le elezioni presidenziali, parlamentari e locali si svolgano sotto la legge marziale. Altri Paesi europei, come la Germania, hanno disposizioni simili per rinviare le elezioni in tempo di guerra.
Tornando alla mobilitazione, la problematica dei finanziamenti può essere risolta solo dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, ma recentemente si sono levate voci dissonanti in merito alla continuazione del sostegno all’Ucraina, a cominciare proprio dagli Usa dove la politica nazionale – non solo tra i Repubblicani – non è compatta nel sostegno alla Casa Bianca da questo punto di vista.
Frattanto l’inverno è alle porte, e il gelo invernale, che compatta il terreno fangoso, potrebbe portare con sé qualche tipo di azione offensiva di ampio respiro da parte dell’esercito russo. Bisogna sempre considerare, però, che l’addestramento di nuove leve richiede tempo, e i nuovi soldati che il ministro Shoigu vuole mobilitare, non potranno essere al fronte prima di almeno 4 mesi.