Giorgia Meloni è intervenuta con un messaggio alla conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori, facendo il punto sull’anno che si sta concludendo e su quello che ancora deve cominciare mettendo in linea ciò che è accaduto e quello che, nelle previsioni porterebbe accadere. “Quello che si sta per chiudere è stato, sul piano internazionale, un anno particolarmente complesso. E tutto fa presagire che il 2024 non sarà da meno. Anche per questo abbiamo sempre di più bisogno di un’Europa forte e protagonista“, ha detto il presidente del Consiglio.
L’Europa che sogna Meloni è “Un attore globale capace di evitare che qualsiasi vuoto strategico possa essere riempito da altri, proiettandosi come gigante geopolitico e non solo burocratico“. In questa Europa, l’Italia ha un ruolo fondamentale: “Apparteniamo orgogliosamente a quell’insieme di vicende umane e di pensieri profondi che definiamo civiltà occidentale. È ciò che ci contraddistingue nel mondo, e che ci dà anche la forza e la capacità di dialogare nei consessi internazionali con tutti, da pari a pari“. Noi, come Paese, dialoghiamo “Senza complessi di inferiorità, ma con l’orgoglio di ciò che è l’Italia e cosa è in grado di fare“.
L’Italia, ha aggiunto, “è una superpotenza culturale. La nostra cultura è universale e riflette la nostra identità, che è fatta di storia, di arte, di lavoro, di realtà nazionali e locali. Per questo, la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero è un investimento strategico“. Nel suo intervento, Meloni ha affrontato anche il tema dei migranti, citando l’accordo stretto con l’Albania, definito come “un altro tassello della nostra strategia per combattere i trafficanti e permettere l’ingresso sul territorio europeo solamente a chi ha diritto alla protezione internazionale“. Con questo accordo, che altri Paesi stanno copiando, “L’Italia è diventata un esempio per l’Europa, e vuole continuare ad esserlo“. Nei prossimi mesi, l’Italia sarà impegnata nella messa a punto e nell’attuazione del piano Mattei.
Nella sua comunicazione, il presidente ha ricordato l’ambasciatore Luca Attanasio, morto in Congo con il carabiniere Vittorio Iacovacci. E rivolgendosi agli ambasciatori ha detto: “Siete le bandiere dell’Italia: non rappresentate voi stessi ma un’intera comunità nazionale. Voi non rappresentate solo la nostra Patria nella sede che vi è stata affidata ma portate sulle vostre spalle un’identità, una storia, un intero patrimonio culturale, sociale, economico“.