L’esposto del Codacons (che ipotizza il reato di truffa) sul caso del pandoro Balocco sponsorizzato Chiara Ferragni è arrivato sul tavolo dei magistrati. La procura di Milano è quindi pronta ora ad aprire un fascicolo, valutando un modello 45 (senza ipotesi di reato né indagati), un 44 (con ipotesi di reato ma senza indagati) e un 21 (con ipotesi di reato e indagati). Come riferito da fonti legali, il reato di truffa (articolo 640 del codice penale) è procedibile a querela di parte: dunque sarebbe il singolo acquirente del pandoro e a dovere dimostrare, esibendo lo scontrino e la ricevuta di avvenuto pagamento, di essere stato “danneggiato” e raggirato. Ecco perché il Codacons ha chiesto ai consumatori di inviare alla sua associazione la documentazione per intentare causa all’influencer.
“Se confermati i fatti così come riportati oggi dai mass media, ci troveremmo di fronte ancora una volta ad una operazione commerciale della Ferragni mascherata da beneficenza, un vero e proprio inganno a danno degli acquirenti con l’aggravante di sfruttare i bambini affetti d’autismo – aveva attaccato il Codacons in una nota –. Una sponsorizzazione che, stando alle indiscrezioni emerse, avrebbe fruttato in due anni la stratosferica cifra di 1,2 milioni di euro all’influencer, a fronte di una donazione ‘elemosina’ di appena 36mila euro in favore del progetto benefico ‘I Bambini delle Fate’, per giunta eseguita dalla società Dolci Preziosi e non dalla Ferragni, senza alcuna correlazione fra le vendite delle uova e l’entità della donazione”.
E ancora, sempre l’associazione Consumatori aveva sottolineato: “Ci auguriamo che le indagini dell’Autorità confermino la piena regolarità dell’operazione e smentiscano quanto emerso in queste ore sui mass media, perché in caso contrario la vicenda potrebbe costare all’influencer una nuova sanzione milionaria da parte dell’Antitrust”, il resto del comunicato dell’associazione dei consumatori, sul piede di guerra con i Ferragnez.