Dallo scorso 18 agosto la giudice Anastasia Vladimirovna Shapoval, che faceva parte del tribunale della città di Feodosia nella Repubblica di Crimea sarebbe ospitata nel consolato russo di Palermo. Si tratta di un’elegante villa di Mondello, la borgata marinara che si affaccia sull’omonimo golfo, meta di turisti d’estate e solitaria residenza invernale. La donna ha origini ucraine, ma negli ultimi anni sarebbe stata al servizio di Putin, tanto che il presidente Volodymyr Zelensky, il 16 giugno, l’ha inserita personalmente nella lista nera per aver condannato oppositori alla Russia con la motivazione ufficiale di “rappresentante della magistratura che ha preso decisioni parziali in casi politicamente motivati contro persone che si opponevano all’invasione militare dell’Ucraina, o decisioni che giustificavano le azioni militari e di altro tipo della Federazione Russa sul territorio dell’Ucraina, sostenendo così le azioni e attuando la politica del governo russo finalizzato a condurre operazioni militari e genocidio della popolazione civile in Ucraina”. La notizia è stata riportata oggi da Repubblica.
Il registro degli oppositori
Ma perché il presidente Zelensky l’avrebbe inserita nella lista nera degli oppositori? Secondo il leader ucraino la Shapoval avrebbe processato e condannato attivisti, oppositori e liberi cittadini che inneggiavano, anche attraverso i social, alla ribellione contro il presidente Putin. Per Zelensky, la giudice sarebbe traditrice della Patria. “Complice degli occupanti russi. Complice dei crimini delle autorità russe contro l’Ucraina e i suoi cittadini. Complice del reato di aver inventato casi contro persone palesemente innocenti”.
Il portale web War&Sanction, ne riporta un profilo dettagliato, anche se non c’è una foto si sa che la donna ha 40 anni ed è nata Kryvyi Rih nella regione di Dnipropetrovsk in Ucraina. Il sito riporta le accuse degli ucraini contro Shapoval. “Una rappresentante della magistratura – sul legge nella motivazione – che ha preso decisioni parziali in casi politicamente motivati contro persone che si opponevano all’invasione militare dell’Ucraina, o decisioni che giustificavano le azioni militari e di altro tipo della Federazione Russa sul territorio dell’Ucraina, sostenendo così le azioni e attuando la politica del governo russo finalizzato a condurre operazioni militari e genocidio della popolazione civile in Ucraina, cambiamenti violenti, rovesciamento dell’ordine costituzionale, presa del potere statale, cambiamenti dei confini del territorio o dei confini statali dell’Ucraina, violazioni dell’integrità territoriale e l’inviolabilità dell’Ucraina”.