Proprio pochissimi giorni fa sono ricorsi i tredici anni da quello scontro televisivo non irrilevante, perché avvenne al culmine della crisi politica del centrodestra e – allo stesso tempo – all’inizio del calo dei consensi nei confronti dell’ultimo governo presieduto da Silvio Berlusconi. Proprio in quel martedì 14 dicembre 2010 l’esecutivo aveva passato (abbastanza) indenne la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni alla Camera dei Deputati per mettere bene in evidenza il fatto che non esisteva più una maggioranza solida a Montecitorio dopo la scissione dal Pdl di Gianfranco Fini e del suo nuovo movimento Futuro e Libertà per l’Italia. Tre soli voti di differenza tra il No e il Sì alla sfiducia non costrinsero il Cavaliere a rassegnare le dimissioni: un atto che però si concretizzerà appena undici mesi più tardi, con Mario Monti che prenderà il suo posto a Palazzo Chigi.
Lo scontro si sposta in tv
Al termine di quella giornata di passione, contraddistinta anche da pesanti scontri in piazza dei centri sociali con le forze dell’ordine, va in onda su Rai3 una gustosissima puntata di Ballarò. Tra gli ospiti presenti in studio ci sono il ministro dei Beni e delle Attività culturali, Sandro Bondi, e l’ex capogruppo alla Camera del Popolo delle Libertà e – in quella circostanza – numero due di FlI, Italo Bocchino: due ex colleghi di maggioranza, storicamente vicini rispettivamente a Berlusconi e Fini, oramai in battaglia perenne reciproca dopo la rottura di pochi mesi prima. Quello che va in scena in prima serata tra i due fedelissimi è la rappresentazione plastica di uno scontro politico tutto interno al centrodestra che non si è mai sopito, tra veleni e rancori anche personali.
Le prime scintille arrivano quando Bocchino va sopra la voce a Bondi, dandogli del tu. “Non mi interrompa onorevole Bocchino, capisco che lei sia nervoso, ma io non l’ho interrotta“, replica il ministro allora in carica. “Ma come Sandro, adesso mi dai del lei? Ci siamo sempre dati del tu“. Il botta e risposta sulla formalità o meno del dialogo s’infittisce: “Le do del lei dentro e fuori di qua, perché non la stimo affatto“, tuona un infastidito Bondi. “Io invece ti stimo Sandro, come ti stimano in tutto il mondo per come stai gestendo la cultura italiana e Pompei“, ripunzecchia Bocchino. Ed è a questo punto che la lite aumenta di intensità.
Bondi e Bocchino all’attacco
Sandro Bondi non ci sta e ribatte: “Dopo la sconfitta di oggi lei dovrebbe andare a nascondersi. E le do un consiglio: adesso ci sono le vacanze di Natale, potrebbe andare nascondersi a Montecarlo che è qua vicino“. Un chiaro riferimento alla famosa casa di Montecarlo la cui discussa compravendita vide coinvolto il cognato di Fini. Giovanni Floris, che capisce che la situazione sta per degenerare, abbassa i loro microfoni poco dopo che Italo Bocchino è riuscito ad affermare: “Dopo quello che hai fatto al ministero, tu non dovresti più parlare. Hai assunto la tua famiglia al ministero, tu non dovresti proprio stare qua“. Parole che anticipano la mozione di sfiducia individuale contro lo stesso ministro Bondi. A inizio 2011 anche quella verrà respinta dal Parlamento, ma il titolare del dicastero della Cultura rassegnerà poco dopo le dimissioni.