Uno dei grandi timori degli Stati Uniti è quello di un allargamento del conflitto tra Hamas e Israele. E uno dei potenziali fronti di questo ampliamento dello scontro è il Libano, che dall’inizio della guerra è al centro di un intenso scambio di attacchi (e di minacce) tra la milizia sciita Hezbollah e le forze armate israeliane.
Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, in visita in Israele, ha di nuovo lanciato un monito nei confronti del movimento libanese legato all’Iran. In conferenza stampa con il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, le parole di Austin sono state chiare: “Esortiamo Hezbollah ad assicurarci che non farà nulla che possa provocare un conflitto più ampio“. Gli ha fatto eco l’omologo dello Stato ebraico, che ha sottolineato che Israele “non esiterà ad agire” se Hezbollah non cesserà gli attacchi. “Non cerchiamo guerre, ma abbiamo 70mila sfollati e Hezbollah ci spara contro ogni giorno dall’8 ottobre. Speriamo che Hezbollah capisca che è ora di fermarsi” ha detto Gallant, ricordando che la soluzione cercata dal suo governo è quella “diplomatica”.
Sul punto, vale la pena ricordare che da alcuni giorni i più alti funzionari israeliani, tra cui anche il generale Benny Gantz, hanno iniziato a parlare della necessità di risolvere il nodo della presenza della milizia di Hassan Nasrallah a nord dello Stato ebraico. L’obiettivo dell’establishment israeliano è quello di portare Hezbollah a nord del fiume Litani, che segna il confine del Libano meridionale e dell’area sotto controllo di Unifil. Difficile al momento comprendere come possa intavolarsi un negoziato con la milizia sciita per indurla a spostare uomini (ma soprattutto arsenale) a nord di questa linea. Inoltre, resta il punto interrogativo delle frange di Hamas che operano in Libano.
Al momento Washington prende tempo, sperando che le pressioni internazionali evitino che il Libano si incendi con un conflitto che almeno fino a oggi lì è rimasto a bassa intensità. Tuttavia, i segnali che giungono dallo Yemen mostrano come tutta la galassia di forze legate all’Iran possa attivarsi da un momento all’altro. E questo nonostante sia lo stesso Nasrallah che il governo di Beirut hanno fatto capire di non volere un Libano direttamente coinvolto nella guerrra tra Hamas e Israele.