In una situazione generale di crescita che fatica a spiccare il volo, c’è un comparto nel nostro Paese che rappresenta una sorta di isola felice, quello del turismo. È quanto emerge dai dati della Congiuntura 2023 di Confindustria, che mostrano nel settore viaggi in Italia numeri ottimi, in grado di trainare il Pil del Paese. Il dato fa parte dell’export di servizi (+4,1%) ed è la spesa degli stranieri in viaggio in Italia, ovvero gran parte del valore economico del turismo nel Belpaese.
Mai così elevata la spesa degli stranieri in Italia
Il contributo degli stranieri al boom turistico è stato molto importante: a settembre 2023 è proseguita l’espansione della spesa dei viaggiatori esteri in Italia: +11,8% sul 2022 con il record toccato a luglio. Questa spesa, se comparata con i livelli pre-pandemia, mostra un +24,5% sul 2019. Che è solo in piccola parte dovuto all’aumento dei prezzi dei servizi turistici (+6,0% nel 2023). Complessivamente, a fine 2023 gli introiti dal turismo straniero arriveranno oltre i 50 miliardi di euro, superando ampiamente i 30 miliardi relativi al turismo italiano all’estero.
L’impatto sull’economia
La ripresa dei viaggi, fin dal 2021 e poi con più forza nel 2022 e 2023, ha influito positivamente soprattutto nei paesi in cui il peso del turismo in percentuale del PIL è maggiore, come Spagna e Italia (circa 11% del valore aggiunto). La ripartenza del turismo si è riflessa, infatti, in tali paesi, in una dinamica dei consumi e dell’occupazione molto positiva, come evidenziato anche nell’ultimo rapporto previsivo del FMI (Fondo Monetario Internazionale).
Il ruolo del “risparmio” nel periodo Covid
Un ruolo decisivo nella ripresa del turismo lo ha svolto nel 2023, il decumulo di extra-risparmio messo da parte durante la pandemia. In Italia, la propensione al risparmio delle famiglie è stata quest’anno ben sotto i livelli pre-Covid, registrando un 6,7% nel 1° trimestre e un 6,3% nel 2° (contro l’8,2% in media nel periodo 2015-2019). Anche all’estero le famiglie hanno decumulato risparmio, spendendolo in patria, ma anche in Italia e altrove, per viaggi e gite turistiche. I risparmi in eccesso, italiani ed esteri, hanno così alimentato la spesa per i servizi in Italia, che è aumentata in tutti e tre i trimestri del 2023: +0,4% nel 1°, +2,4% nel 2° e +1,4% nel 3°.
Alberghi italiani, i più richiesti
La notevole performance turistica si è riflessa nel settore alberghiero italiano, che ha beneficiato di un vero e proprio boom. Il fatturato dei servizi di alloggio, che è andato meglio del totale dei servizi, già nel 2022 si collocava sopra i valori pre-pandemia e ha proseguito la crescita quest’anno: +28,8% nel 3° trimestre rispetto allo stesso periodo del 2019, di cui +7,1% rispetto al 3° 2022. Sembra perciò essere tornato l’ottimismo tra le imprese del settore dell’ospitalità: secondo il Barometro di Booking, il 41% degli albergatori italiani prevede che il 2023 sarà l’anno con il fatturato più alto di sempre.
Si può crescere ancora
C’è sempre spazio per la crescita riportano i dati della Congiuntura 2023, soprattutto nel settore dell’alloggio in Italia: il soggiorno negli esercizi alberghieri è risalita al 48,3% nel 2022, rispetto al 49,0% nel 2019 e dovrebbe essere in crescita ancora nel 2023, ma comunque su valori che possono salire ulteriormente. Anche le strutture non-alberghiere possono continuare a fornire un contributo importante: fino al 2022 le presenze in tali strutture sono cresciute di più rispetto a quelle negli alberghi.
Le prossime vacanze natalizie
Le previsioni rispecchiano alla perfezione il sentiment sulle prossime vacanze alle porte, che vedranno tra Natale e Capodanno spostarsi oltre 19 milioni di italiani, esattamente 13 milioni 253 mila per Natale e 5 milioni 878 mila per Capodanno, con un giro di affari globale previsto di 15 miliardi. Di questi solo il 5% preferirà mete estere, mente il resto rimarrà in Italia. Una controtendenza molto positiva rispetto a qualche anno fa quanto l’estero aveva per i nostri connazionali un’attrattiva irresistibile. Aumenta anche il periodo dei viaggi, con il 17,5% che li allungherà fino a Capodanno, anche grazie (il 20,9%) allo smartworking.
Le mete più richieste
La montagna fa la parte del leone, scelta dal 30,2% dei viaggiatori. Seguono poi le città diverse da quelle di residenza (23,4%), le località d’arte (19,9%) e le mete balneari (17,4%). Anche per Capodanno la maggioranza (91,7%) opterà per restare in Italia scegliendo principalmente la montagna (34,1%), le città diverse dalla propria residenza (25,4%) o le località d’arte (20,1%). Il rimanente 8,3% sceglierà invece l’estero, preferendo le grandi capitali europee (83,3%) e i parchi divertimenti europei (8,3%).
L’indagine di Federalberghi
Parlando di ospitalità, un’indagine di Federalberghi sottolinea come al primo posto nella scelta degli alloggi c’è la casa di parenti/amici, scelta nel 44,6% dei casi, mentre il 22,1% opterà per il comfort della struttura alberghiera. A Natale gli italiani in vacanza dormiranno in media 7,3 notti fuori casa. A Capodanno, allo stesso modo, i viaggiatori alloggeranno per il 33,7% dei casi da parenti/amici, mentre il 21,9% andrà in albergo. Si passeranno in media 4,3 notti fuori casa.
Quanto si spenderà
Il tasto dolente arriva sulla spesa, ridotta a causa dell’inflazione. In media si spenderà 871 euro (816 euro per chi rimarrà in Italia e 2.397 euro per chi andrà all’estero) e il giro di affari previsto sarà di 11 miliardi e 543 milioni di euro, con un incremento del 14% rispetto al Natale 2022. La gran parte della spesa dei viaggiatori sarà destinata al viaggio (32,1%) e ai pasti (26,3%). Le spese di alloggio sarannoil 13,3% del budget e lo shopping il 14,9% del budget.
Diminuzioni di spesa anche per le vacanze di Capodanno, che sarà 587 euro (555 euro per chi resterà in Italia e 980 euro per chi andrà all’estero). Per il periodo di San Silvestro il budget, in linea con lo scorso anno, si orienterà soprattutto sui pasti (27,1%), sul pernottamento (25%) e sul viaggio (23,4%). Allo shopping sarà riservato il 10,9%. Il giro di affari previsto è pari a oltre 3 miliardi di euro (3 miliardi e 450 milioni), contro i 2 miliardi e 980 milioni dello scorso anno.
Le parole del ministro del turismo
Grande soddisfazione nelle parole del ministro del turismo Daniela Santanché: “L’oggettiva analisi del report sulla Congiuntura 2023 di Confindustria dimostra in modo inequivocabile che le azioni messe in campo dal governo Meloni, tramite il ministero del Turismo, hanno segnato l’inversione di tendenza del turismo italiano: 50 miliardi di introiti da flussi esteri nel 2023 contro i 30 miliardi del 2019, anno top per il turismo estero in Italia“.
Il ministro ha sottolineato anche il traino del comparto sul Pil: “I dati 2023 dimostrano in modo inequivocabile, al di là di sterili e inutili polemiche, che il turismo è sempre più un pilastro strutturale dell’economia, ben evidenziando che le attività turistiche coinvolgono l’intero Sistema Italia – ossia trasporti, cibo, IT, lavori edili, e così via– e, pertanto, il contributo complessivo che il turismo apporta all’economia nazionale è ben più alto della quota PIL che viene assegnata dalle statistiche“.
L’importanza della destagionalizzazione
Fondamentale anche, non limitare il turismo al solo periodo estivo: “La destagionalizzazione rappresenta un punto essenziale per valorizzare la ricchezza nazionale: quarant’anni passati a pensare al turismo solo come ‘balneare’ ha portato a risultati riduttivi. Oggi il ministero e tutto il governo ritengono che il turismo debba essere destagionalizzato e imperniato su patrimonio culturale, enogastronomia, sistema termale, cicloturismo, turismo medicale e del benessere, turismo dello shopping, unendo tutti i fattori dello stile di vita italiano tanto apprezzato quanto invidiato da tutto il mondo“.
Gli obiettivi futuri
“I pilastri su cui il ministero, consolidando i suoi primi anni di vita, ha puntato e punterà per la crescita organica del comparto sono la destagionalizzazione, la digitalizzazione, la valorizzazione delle risorse umane, gli strumenti finanziari strutturali, diversificazione offerta turistica e promozione esterna e interna per recuperare anche sul mercato interno. E questo è stato già messo in chiaro – ha concluso Santanchè – con l’adozione del primo piano industriale del settore, oltre con l’introduzione di prime misure mirate“.