Il monito di Mattarella all’Ue: “Sul nuovo Patto di stabilità unire chiarezza e pazienza”

Il monito di Mattarella all'Ue: "Sul nuovo Patto di stabilità unire chiarezza e pazienza"

Da parte di Sergio Mattarella arriva un messaggio chiarissimo all’indirizzo dell’Unione europea alla luce del nuovo contesto mondiale e delle sfide che si intravedono all’orizzonte da cui non ci si può sottrarre: occorre cambiare passo e adeguarsi a una nuova cornice che deve tener conto degli sviluppo internazionali. Il presidente della Repubblica, nel corso del suo intervento in occasione della Conferenza degli ambasciatori alla Farnesina, si è rivolto direttamente all’Ue per tracciare la rotta che dal suo punto di vista andrebbe seguita.

Mattarella sprona l’Ue

Non è passata di certo inosservata la presa di posizione di Mattarella per quanto riguarda le trattative in corso sul nuovo Patto di stabilità e crescita, un fronte assai spinoso su cui si registrano posizioni ancora distanti tra i diversi Stati membri. Il capo dello Stato ha descritto l’Unione europea come “un cantiere permanente” a cui bisogna approcciarsi – anche nell’ottica dei negoziati in atto nell’ambito delle regole per la finanza pubblica – riuscendo a tenere unite in maniera imprescindibile “resilienza, ferma chiarezza e pazienza“.

Inoltre Mattarella ha puntato l’attenzione sulla necessità di promuovere tutte le azioni del caso volte alla crescita e al rilancio del processo di integrazione, senza ovviamente dimenticare l’importanza del rafforzamento dei meccanismi di governance. A giugno 2024 si terranno le elezioni europee a cui seguirà la designazione della nuova Commissione Ue; il presidente della Repubblica ha invitato a riprendere “con solerzia” le riflessioni interrotte in seguito alla conclusione della Conferenza sul futuro dell’Europa.

Non basta tirare avanti per inerzia“, è stata l’ammonizione. Quanto all’urgenza di svolgere un ruolo rilevante a livello internazionale, ha aggiunto che si tratta di un’esigenza “che dovrebbe indurci ad un sempre maggiore ricorso al voto a maggioranza“. Il capo dello Stato ha poi fatto notare che l’allargamento e l’approfondimento dei meccanismi di integrazione economica e politica rappresentano due aspetti “strettamente connessi” che dunque devono procedere di pari passo.

Il monito sull’antisemitismo e sulla guerra

Nel suo intervento hanno trovato spazio ovviamente la crisi in Medio Oriente e le relative conseguenze sull’odio che anche in Europa – ancora una volta – hanno fatto alzare la testa all’antisemitismo tra pietre d’inciampo vandalizzate, svastiche sui muri, stelle di David sulle case e bandiere israeliane strappate e bruciate. Un fenomeno che, ha sottolineato Mattarella, riesce a nutrirsi “di luoghi comuni e di una visione distorta della storia“. Una serie di messaggi che non va assolutamente presa sotto gamba e sottovalutata: i segnali che continuano a giungere devono trovare “la più netta condanna, senza ambiguità, senza interpretazioni di comodo“.

Il presidente della Repubblica ha puntato il dito contro la pretesa del riemergere della logica imperiale, bollata senza mezzi termine come “inaccettabile“. A tal proposito ha messo in evidenza quanto sia necessario puntare sul multilateralismo per quei Paesi, “come l’Italia, che rifiutano intenti imperialisti e non hanno l’ambizione di essere ‘satelliti’ di nessuno bensì di cooperare, da pari, con tutti gli Stati e i popoli di buona volontà, anche per governare la globalizzazione“.

L’allarme sul futuro

In conclusione Mattarella si è focalizzato sulle sfide a cui è sottoposta l’umanità e che mettono a rischio la sopravvivenza del pianeta, dalle conseguenze della condizione climatica fino alle modalità belliche. Su questo punto ha invitato a non considerare come “mera dimensione regionale” l’attacco della Russia ai danni dell’Ucraina: un passo falso che – se fosse commesso – rappresenterebbe “un errore capitale” anche perché i suoi “effetti destabilizzanti” ancora oggi si avvertono ovunque.

Il capo dello Stato ha affrontato pure la questione dell’intelligenza artificiale, che indubbiamente presenta nuove opportunità ma che al tempo stesso configura concrete minacce per ambiti cruciali come l’informazione, l’occupazione, la privacy e gli assetti produttivi. Non solo: non va affatto trascurato il “rischio di tenuta per i sistemi democratici“. Siamo di fronte a una prospettiva di assoluto valore che dovrà essere “adeguatamente governata” per beneficiare degli aspetti positivi e non subire le sue conseguenze negative.

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