Il Milan delle prime volte. Sorrisi e lacrime di gioia

Il Milan delle prime volte. Sorrisi e lacrime di gioia

Tre squilli di tromba, tre gol più una traversa e almeno tre prodezze di Di Gregorio per evitare un castigo più doloroso, terzo successo domestico consecutivo: nel giorno più atteso dopo l’esclusione dalla Champions il Milan di Pioli riesce a blindare il terzo posto, a guadagnare terreno sulla Juve e a rimettersi in cammino. Dietro questa legge del 3 c’è anche una bella favola da raccontare: quella del giovanissimo difensore Jan-Carlo Simic, classe 2005, tedesco di anagrafe, serbo di origine famigliare, all’esordio in serie A (per rimpiazzare Pobega) e capace in uno snodo della prima frazione di firmare in spaccata il 2 a 0 dopo assolo di Leao. In tribuna i suoi genitori si sciolgono in lacrime di emozione. È il terzo primavera – dopo Camarda e Bartesaghi – entrato nell’orbita della prima squadra. C’è un altro dato significativo: i tre gol di ieri sono i primi in assoluto firmati a San Siro da Reijnders (il migliore dei suoi con Theo), Simic e Okafor in sequenza, una sequenza che è figlia anche di un efficace cambio del sistema di gioco scelto da Pioli col quale toglie punti di riferimento a Palladino sorprendendolo con alcune posizioni inedite (Pobega a sinistra nella difesa a tre, Florenzi a metà campo con Reijnders).

E proprio dallo smarrimento iniziale del Monza prende lo spunto la partenza pancia a terra del Milan che va a bersaglio dopo 3 minuti con lo slalom speciale di Reijnders che si presenta in area dopo aver saltato almeno 4 paletti e infilza tra le gambe Di Gregorio. Da quel momento il Milan comanda il gioco, diventa compatto in fase difensiva con il contributo del recuperato Kjaer (in campo dopo oltre 50 giorni) e micidiale nelle ripartenze: due volte Di Gregorio si oppone a Florenzi, una volta la traversa (sul sinistro di Pulisic) gli dà una mano. La chiusura arriva nella ripresa con un ricamo di Reijnders, rifinito da Giroud e chiuso in gol da Okafor. Al Monza una sola golosa occasione con Colpani: Maignan si supera da par suo. Fin qui tutte le luci del Milan, forse una delle prove più confortanti dopo quelle disputate all’alba della stagione (nelle prime 8 partite, 7 vittorie e una sconfitta). Poi ci sono le ombre, ombre inquietanti a giudicare dal bilancio amarissimo degli infortuni. Si arrendono in due, Pobega e Okafor, entrambi con alle spalle un utilizzo mai intenso e forse è questa la spiegazione: per il primo si tratta di un trauma all’anca, sul secondo il sospetto di una lesione (Pioli si augura un banale crampo). Senza tornare sui numeri accumulati in stagione, il problema degli infortuni ritorna di grave e grande attualità a Milanello. Ed è inutile provare a nascondere le responsabilità degli addetti al settore: o il club interviene a stretto giro di tempo oppure c’è solo il rischio di mandare in fumo la stagione. Altra polemica chiosa: Krunic, disponibile, va in panchina ma non viene mai utilizzato perché considerato in partenza per la Turchia. Ammesso che sia così, privarsi di un suo sostegno è un po’ tafazziano.

Leave a comment

Your email address will not be published.