Cos’è e come funziona l’anticipo fatture

Cos'è e come funziona l’anticipo fatture

L’anticipo fatture è una pratica secondo la quale le fatture emesse e non ancora incassate possono essere presentate alla propria banca che provvede ad anticipare parte dell’importo fatturato.

È un metodo a cui fanno capo le imprese che non hanno modo di attendere il momento in cui il debitore salderà il dovuto e, ricorrendo alla propria banca, ottengono un anticipo che, di norma, nell’ordine dell’80% del valore nominale della fattura.

Come è prevedibile, si tratta di un servizio che la banca (o gli intermediari finanziari abilitati) non eroga a titolo gratuito e sottostà ad alcuni principi cardine.

Come funziona l’anticipo fatture

Gli attori sono tre: il creditore (colui che emette la fattura), la banca che concede l’anticipo fatture e il debitore (colui che deve saldare la fattura).

La procedura vuole dunque che il creditore ceda la fattura alla banca che fa le proprie valutazioni, stabilisce quanto il debitore sia solvibile e decide di anticipare parte dell’importo della fattura stessa. Il debitore salderà la fattura alla banca, la quale tratterrà l’importo anticipato e i costi dell’operazione versando l’eventuale rimanenza al creditore.

Quindi, per esempio, un’azienda emette una fattura di 1.000 euro per la fornitura di libri a una scuola. Per reperire liquidità prima della scadenza della fattura, l’azienda la cede a una banca, la quale anticipa 800 euro. La scuola pagherà la fattura direttamente alla banca che rientrerà degli 800 euro anticipati versando all’azienda il rimanente, al netto di spese e commissioni.

Questo semplice calcolo non contempla però le spese e le commissioni che la banca applica: ogni istituto di credito applica condizioni proprie. Ciò che conta è il meccanismo il quale, per la banca, è comunque fonte di un guadagno.

Riassumendo, l’iter è il seguente:

  • l’azienda emette una fattura verso un proprio cliente
  • l’azienda si rivolge a una banca o a un istituto finanziario che opera nel segmento dell’anticipo fatture ed è libera di scegliere in base al tasso di interesse applicato, le commissioni o altri elementi quali la velocità con cui l’istituto elabora ed evade la pratica
  • l’istituto bancario, approvando l’anticipo della fattura, ne stabilisce le condizioni con l’azienda, includendo nel contratto anche gli interessi e le altre spese.
  • l’istituto bancario versa l’anticipo all’azienda, indicativamente una somma prossima all’80% del totale della fattura.

Giunge in seguito il giorno in cui il cliente paga la fattura che, nella fattispecie, non salderà all’azienda ma all’istituto di credito a cui questa l’ha ceduta. L’iter prosegue in questo modo:

  • il cliente salda la fattura all’istituto di credito
  • l’istituto trattiene l’importo anticipato, gli interessi e le commissioni e versa la differenza all’azienda
  • l’operazione di anticipo fattura è tecnicamente chiusa.

Benché a volte i due termini vengano usati in modo vicendevole, l’anticipo fatture e il factoring non sono la medesima cosa. L’anticipo fatture è collegato al merito creditizio del debitore e, come vedremo, ai limiti del fido che la banca concorda.

Il factoring comprende anche, nel proprio costo, una formula assicurativa che interviene laddove il debitore non saldasse la fattura. Due formule diverse che hanno costi diversi per chi vi ricorre.

Quali fatture possono essere presentate

Può essere sottoposta alla richiesta di anticipo ogni fattura emessa, non ancora scaduta e non ancora incassata.

L’istituto di credito può rifiutare l’anticipo se ritiene che siano state emesse verso clienti giudicati poco affidabili. Inoltre, benché non esista un limite all’importo delle fatture che possono essere presentate, il totale degli anticipi non può superare il fido contrattato con la banca.

Quanto costa l’anticipo fatture

Come detto in precedenza, l’anticipo di fatture è un contratto che prevede interessi e costi variabili a seconda dell’istituto di credito. Per principio i costi sono inferiori a quelli di altre forme di finanziamento.

In ogni caso, il costo complessivo dell’operazione andrebbe calcolato – dove possibile – con i costi supplementari che un’azienda può dovere sostenere a fronte di una crisi di liquidità, per esempio dovendosi accollare le sanzioni derivanti dal ritardo nel versare tributi o imposte o non potendo effettuare investimenti mirati per la propria crescita.

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