Mentre la legge di Bilancio è allo sprint finale, continua a tenere banco la vicenda Superbonus. Dal palco di Atreju, ieri la premier Giorgia Meloni ha nuovamente sottolineato «la situazione drammatica ereditata sui conti pubblici soprattutto per il Superbonus, con qualcuno che faceva la campagna elettorale dicendo che si è potuto ristrutturare gratuitamente casa. Quel gratuitamente ci lascerà un buco da 140 miliardi, quanto lo Stato spende in un anno per tutta la sanità». Una misura, ha sottolineato la premier, che ha riguardato «meno del 4% del patrimonio immobiliare italiano, prevalentemente seconde case, case di pregio, perfino sette castelli». Ma se la posizione del governo è netta nel voler porre fine all’agevolazione al 110 per cento, nella maggioranza è ancora alto il pressing di Forza Italia per una mini proroga, che sarebbe da circoscrivere per i condomini con uno stato di avanzamento lavori di almeno il 70%. «Stiamo lavorando perché nella manovra oppure in altri provvedimenti, come può essere quello delle proroghe, ci possa essere una proroga per il superbonus», ha detto ieri il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, «Nessuna tolleranza per gli imbroglioni, ma per le persone oneste bisogna avere un occhio di riguardo e permettere di concludere lavori in dirittura d’arrivo». Insomma, la logica sarebbe quella di salvaguardare l’agevolazione piena (al 110%) per chi non è riusciuto a finire in tempo i lavori, anche a causa dei ritardi nella fornitura dei materiali.
Il fatto è che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha paragonato il Superbonus a Chernobyl difficilmente aprirà ancora i rubinetti. Da un lato aspetta a giorni di conoscere il costo effettivo del Superbonus, ma non nutre grandi speranze visto che i dati al 30 novembre dell’agenzia Enea riferivano di circa 97 miliardi di lavori ammessi a detrazione. Di questo passo, il conto sarà largamente superiore a 100 miliardi e se così fosse ci sarebbero zero margini. I tempi sono comunque stretti con la Commissione Bilancio a Palazzo Madama che vuole chiudere l’esame degli emendamenti e il voto per il mandato al relatore entro oggi. La norma voluta da Forza Italia, inoltre, sarebbe poco compatibile con il decreto Milleproroghe anche per i tempi di conversione in legge del provvedimento. Insomma, per dare il via alla proroga servirebbe a brevissimo una soluzione da inserire in manovra in grado di fare incastrare il puzzle senza sballare le cifre del bilancio. Ma è difficile trovarla. Intanto il Movimento 5 Stelle – padre indiscusso del Superbonus – straparla dopo le parole di Meloni: «Sempre più tra il patetico e il disperato, la presidente del consiglio», attacca l’ineffabile Chiara Appendino, «avendo affossato il Superbonus e il Reddito di cittadinanza, avrebbe dimostrato di non buttare i soldi degli italiani. Lei in realtà i soldi non li butta perché li prende direttamente dalle tasche degli italiani». «La premier cita un 4% di edifici ristrutturati come se la percentuale fosse trascurabile», osserva candidamente Agostino Santillo, vicepresidente del gruppo M5S alla Camera, tra quegli edifici ci sono anche i condomini per «numerose unità immobiliari che portano il totale degli immobili efficientati a circa 2 milioni, per un risparmio record in bolletta a beneficio di circa 4 milioni di italiani». Sempre l’Enea aveva stimato risparmi in bolletta per soli 3 miliardi di euro. Sono stati interessati un totale di 446.878 edifici, di cui 92 mila condomini (per 58 miliardi) e 238mila edifici unifamiliari, dove gli investimenti sono stati pari a 27,3 miliardi. Quelli funzionalmente indipendenti sono 115.745 per 11,1 miliardi. I castelli che hanno beneficiato della misura sono 7 per investimenti pari a 929 milioni.