Tour de force per la manovra economica per arrivare all’approvazione definitiva da parte del Parlamento entro il 31 dicembre. A due settimane esatte dal termine ultimo per non andare in esercizio provvisorio la legge di Bilancio in questo momento è ancora ferma in commissione in Senato. Nella giornata di oggi si è tenuta una nuova riunione di maggioranza, alla quale ha partecipato anche il governo con il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, insieme ai sottosegretari all’Economia Federico Freni e Lucia Albano. Sul tavolo è ancora in discussione la cifra finale del tesoretto per le modifiche parlamentari, che potrebbe teoricamente anche salire grazie alla rimodulazione delle tabelle ministeriali. Sarà poi da lì che dovranno attingere le tante piccole misure che troveranno spazio nelle prossime ore.
Stando a quanto filtra da fonti di Palazzo Chigi, in tarda serata è arrivata in commissione un emendamento in questo senso. La notizia è stata già data ai parlamentari d’opposizione, mentre la riunione della commissione, inizialmente prevista inizialmente alle ore 19, è slittata alle 21 e andare a oltranza in notturna . Alle 23.30 resta comunque convocata la seduta che dovrebbe vedere l’avvio del voto sugli emendamenti da proseguire a oltranza, secondo le intenzioni della maggioranza.
In ogni caso, l’iter parlamentare della finanziaria immaginato dall’esecutivo non dovrebbe subire contrattempi: la maggioranza di centrodestra vorrebbe dare il mandato al relatore nella giornata di domani, in modo tale da portare il testo nell’Aula di Palazzo Madama non più tardi di mercoledì 20 dicembre. L’approvazione in senato dovrà avvenire entro Natale, per rispettare il calendario. Poi il testo passerà alla Camera dei deputati, dove in seconda lettura servirà un via libera molto rapido per scongiurare l’esercizio provvisorio che scatterebbe con il passaggio al nuovo anno solare. Nella sostanza, il testo cambierà di pochissimo rispetto alla versione originale arrivata in Parlamento già blindata dal governo.
La novità delle ultimissime ore sul contenuto della legge di bilancio è che il governo non presenterà l’emendamento che dà ai medici dirigenti la possibilità di andare in pensione a 72 anni. “Un argomento così importante a quest’ora rischia di essere oggetto di un dibattito troppo frettoloso quindi il governo considera di ripresentarlo in un’altra occasione“, ha spiegato il ministro Ciriani. L’emendamento sui medici “non è mai stato depositato quindi non viene ritirato, era una proposta, una disponibilità da parte di governo e maggioranza a discutere, abbiamo visto che è scattato subito un dibattito gigantesco sulla questione che porterebbe via troppo tempo e forse ora non è il momento né l’ora per discutere una questione così importante. Verificheremo nei prossimi mesi“, ha aggiunto l’esponente di governo. Ciriani ha spiegato che c’è stata un’interlocuzione con il ministero della Salute, che aveva condiviso l’iniziativa, ma “siccome è una questione complessa e controversa, le opposizioni e i gruppi vogliono discuterne approfonditamente, ora è un pò troppo tardi, quindi non vale la pena“, ha concluso.