Nel giorno della chiusura di Atreju, Gianfranco Fini è stato ospite della trasmissione su LA7 “In altre parole” per raccontare il suo rapporto con Giorgia Meloni e con Fratelli d’Italia. “Non sono invidioso e né Meloni mi chiama per chiedermi consigli né io la chiamo per darle consigli, i giovani hanno il diritto di ragionare e sbagliare con la testa loro“, ha detto Fini, che ha ricordato anche gli inizi politici dell’attuale premier e fatto un’analisi dell’attuale impostazione del governo.
“Vinse un congresso complesso, non fu nominata e il fatto che una ragazza, con il voto dell’assemblea, prevalesse rispetto a un militante faceva capire che aveva i numeri. Ha dimostrato che aveva carisma, capacità e guida politica“, ha spiegato l’ex numero uno di An, che oggi prova “soddisfazione” per il governo di destra dell’Italia e nessun sentimento di invidia e di rivalsa verso Meloni. Come, dice, non la prova nessuno di quelli che nel 1969 si sono iscritti al Msi a Bologna: “Vedere oggi un governo dichiaratamente di destra dà una legittima soddisfazione, anche perché se la destra di AN a Fiuggi non avesse affermato certe cose e dichiarato che aveva fatto conti con certe cose forse la storia sarebbe stata diversa“. E sulle prospettive, non ha dubbi: “Il governo arriverà tranquillamente al termine della legislatura“.
Nel suo intervento Fini ha fatto un plauso alla politica estera di Meloni: “Ha stupito tutti, oggi tutti riconoscono la sua statura, la capacità di dialogo. L’Italia ha un premier che è all’altezza della situazione“. Sull’approccio tenuto dal premier nei rapporti interni, l’ospite di “In altre parole” spiega che “nel confronto in Parlamento con l’opposizione si risponde in toni oppositori, certo c’è anche un’opposizione che favorisce il fallo di reazione“. Il riferimento alle provocazioni e alle mistificazioni di questa opposizione non è velato per Fini, il quale mette a tacere tutte le polemiche della sinistra: “Viva l’Italia antifascista, è indubbio, storicamente accertato, da scrivere sui muri, tutti i democratici sono antifascisti, non tutti gli antifascisti sono democratici“