A seguito delle dichiarazioni rilasciate sul palco di Atreju dal direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, è stato aperto un procedimento disciplinare a suo carico. La notizia trapela da fonti interne al servizio radiotelevisivo nazionale. Al centro della polemica ci sono le parole pronunciate da Corsini durante la moderazione di un incontro alla festa di Fratelli d’Italia: “Nelle edizioni passate abbiamo visto Bertinotti, Veltroni, D’Alema, Conte… Quest’anno il confronto ce l’abbiamo ma qualcuno ha preferito rifiutare, forse perché nell’era dei social è più facile cercare un po’ di like, ma a dibattere nel merito hanno preferito occuparsi di come vestirsi o di che colore utilizzare piuttosto che confrontarsi nel merito“.
A fronte di queste dichiarazioni è esplosa la polemica politica da sinistra, che ha costretto Corsini a scusarsi: “Quando si estrapolano parole dal contesto in cui sono state espresse, si corre sempre il rischio di prestarsi a facili critiche e strumentalizzazioni“. Quindi, ha aggiunto, “mi dispiace davvero che alcune mie frasi abbiano generato fraintendimenti. Nei miei brevi interventi introduttivi, finalizzati esclusivamente ad animare il dibattito e coinvolgere e presentare i relatori, non c’era ovviamente alcun intento politico o polemico e di questo mi scuso“. Quindi, nel suo intervento di scuse, ha concluso: “Sono un giornalista del servizio pubblico e il mio impegno quotidiano, come quello di tutti i miei colleghi, è garantire in ogni situazione autonomia, pluralismo e completezza nell’informazione“.
Da più parti, Corsini è stato invitato a dimettersi. Gli attacchi da parte degli esponenti della sinistra sono stati numerosi e concentrici. Il procedimento disciplinare è arrivato dopo la richiesta di un rapporto sulla manifestazione e sulle dichiarazioni da parte dell’ad Roberto Sergio. “Credo che un giornalista del servizio pubblico debba garantire un atteggiamento sempre equidistante, a prescindere dal contesto in cui opera“, ha dichiarato il presidente Rai, Marinella Soldi. “Agli operatori dell’informazione Rai – ha concluso Soldi – è richiesto di esercitare la propria professione nel segno del pluralismo e dell’imparzialità, essenziali per aiutare il cittadini a formarsi un’opinione libera da pregiudizi“.