A meno di un mese dall’apertura dei caucus in Iowa Donald Trump infiamma la campagna elettorale con dichiarazioni choc sull’immigrazione, il tema che ha fatto la sua fortuna politica sin dalla sua prima corsa per la Casa Bianca. Gli immigrati che attraversano il confine “stanno avvelenando il sangue del nostro Paese”, ha dichiarato, per la seconda volta, il candidato favorito non solo nella corsa per la nomination del partito repubblicano ma anche in un sempre più probabile scontro diretto contro Joe Biden.
Nelle ultime ore Trump, nonostante le condanne ricevute nella precedente occasione da organizzazioni come l’Anti-Defamation League, ha ripetuto il concetto rivolgendosi a una folla di sostenitori a Durham nel New Hampshire. “Stanno arrivando da tutto il mondo nel nostro Paese” ha esclamato sabato il tycoon in un comizio menzionando gli arrivi di immigrati dall’Asia, Africa e Sud America.
“Ripetere parole pericolose aumenta il rischio di una loro normalizzazione. Questo è un discorso molto preoccupante per la sicurezza degli immigrati negli Stati Uniti”, sostiene Jason Stanley, professore di Yale e autore di libri sul fascismo. Interpellato per commentare le parole del candidato repubblicano, il suo portavoce, Steven Cheung, ha spostato l’attenzione sulle polemiche nei campus americani affermando che i media e il mondo accademico stanno fornendo “protezione alla retorica antisemita e pro Hamas”. Ad ottobre lo stesso Cheung aveva liquidato come “senza senso” le proteste per le dichiarazioni incendiarie di Trump.
Gli analisti prevedono che la campagna elettorale per la Casa Bianca sarà caratterizzata da uno scontro sul tema dell’immigrazione. Il tycoon ha già annunciato che in caso di rielezione “bloccherà l’invasione dal confine meridionale e comincerà la più imponente operazione di deportazione nazionale nella storia americana”.
Il miliardario ha evitato i quattro dibattiti televisivi senza subire un calo delle preferenze. Tutti i sondaggi al momento danno infatti in testa l’ex presidente sui rivali del Gop anche con una distanza di decine di punti rispetto alle seconde posizioni. Per i democratici è poi allarma rosso. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal persino Barack Obama avrebbe ammesso la possibilità di una sconfitta di Biden ritenendo che, come dimostrano le ultime dichiarazioni di Trump, “l’alternativa è piuttosto preoccupante per la democrazia”.
Il New Hampshire, lo Stato del New England che ha fatto da sfondo alle parole del leader repubblicano, sarà il secondo chiamato ad esprimere la propria preferenza tra i contendenti del Gop il 23 gennaio. Nonostante le dimensioni ridotte, il Granite State si è spesso dimostrato decisivo nel permettere il rilancio di candidati sconfitti all’appuntamento in Iowa ed è famoso per la presenza di un elettorato tendenzialmente moderato. Una circostanza che rende ancora più preoccupante lo sfoggio di toni estremisti che in precedenti tornate elettorali sarebbe stato sufficiente per decretare la fine di qualsiasi carriera politica.