Caos nel Mar Rosso, Msc ferma le navi a Suez e le dirotta in Africa: cosa succede

Foto di repertorio.

La Mediterranean Shipping Company (MSC) ha annunciato di aver fermato il transito delle sue navi dal Mar Rosso. La decisione del più grande gruppo marittimo del mondo è arrivata in seguito alla crescente minaccia portata nell’intera regione marittima dagli attacchi degli Houthi. Proprio lo scorso venerdì, la portacontainer Msc Palatium III era stata presa di mira mentre navigava nell’area. Tanta paura – e danni – a bordo dell’imbarcazione, ma nessun ferito segnalato fra l’equipaggio. In ogni caso, per evitare il ripetersi di situazioni simili le navi del gruppo non passeranno più dal Canale di Suez. Al contrario, saranno indirizzate verso il Capo di Buona Speranza, all’estremo sud dell’Africa.

Mar Rosso di fuoco

Il Mar Rosso è una delle rotte più importanti del mondo per le spedizioni di petrolio e carburante. A causa dell’aumento degli attacchi degli houthi yemeniti, che hanno fatto sapere di avere come obiettivo dei loro blitz – realizzati con droni e razzi – le navi straniere, molte compagnie di navigazione hanno scelto di non passare più dal Canale di Suez. Non è un caso che Msc abbia definito la situazione nella regione come “grave“.

La stessa decisione di Msc in precedenza era stata presa dalla francese Cma Cgm, dalla danese Maersk, e dalla tedesca, Hapag-Llyod. Nella sua dichiarazione, Cma Cgm – la terza compagnia di navigazione mondiale – ha affermato di aver dato istruzioni a tutte le sue navi portacontainer “di raggiungere aree sicure e sospendere il loro viaggio in acque sicure con effetto immediato fino a nuovo avviso“.

Maersk, la seconda compagnia di spedizioni più grande del pianeta, ha parlato di uno scenario “allarmante“. “A seguito del quasi incidente che ha coinvolto ieri la Maersk Gibilterra e dell’ennesimo attacco contro una nave portacontainer, abbiamo dato istruzioni a tutte le navi Maersk nell’area destinate ad attraversare lo stretto di Bab al-Mandab di sospendere il loro viaggio fino a nuovo avviso“, ha dichiarato la compagnia alla Bbc lo scorso venerdì.

Rotte alternative e conseguenze

Le quattro società citate che hanno ora sospeso le operazioni nell’area comprendono, come detto, quattro delle prime cinque al mondo. È per questa ragione che gli esperti di spedizioni sostengono che le loro decisioni possano comportare conseguenze non da poco, in primis un aumento nei prezzi delle spedizioni tramite container.

Si tratta di sicurezza per l’equipaggio, per la nave stessa e anche per le polizze assicurative. I premi stanno salendo alle stelle, se (le compagnie) riescono ad assicurarsi, e questo avrà serie implicazioni sui livelli delle scorte, sui costi e sull’intera dinamica delle catene di approvvigionamento“, ha spiegato Sue Terpilowski del Chartered Institute of Logistics and Transport. Ebbene, la sensazione è che i suddetti costi aggiuntivi per l’equipaggio, per il carburante e per l’assicurazione possano essere tutti trasferiti ai consumatori.

Lo stretto di Bab al-Mandab è un canale largo 20 miglia, incastonato tra lo Yemen sulla penisola arabica e Gibuti e l’Eritrea su quella africana. Stiamo parlando della rotta che utilizzano le navi per raggiungere il Canale di Suez, a sua volta un’importante rotta marittima. Ogni anno transitano da qui circa 17.000 imbarcazioni, nonché il 10% del commercio mondiale. Evitare questo percorso significa che i mezzi devono percorrere tragitti molto più lunghe. Ad esempio, navigando intorno all’Africa meridionale.

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