Non solo automobili, dispositivi elettronici e ingenti dosi di soft power. La Corea del Sud è pronta a ritagliarsi uno spazio d’azione sempre più grande anche nel mercato degli armamenti. Nel corso dell’ultimo anno, lo scoppio della guerra in Ucraina, e la conseguente necessità da parte degli Stati Uniti e dei loro partner di supportare Kiev, ha offerto a Seoul l’occasione di vendere notevoli quantità di armi all’Occidente.
Adesso il governo sudcoreano sarebbe pronto ad incrementare le proprie spedizioni militari mettendo sul mercato un nuovo tipo di sottomarino. Un veicolo che, strategicamente parlando, potrebbe potenzialmente offrire alle marine di piccole e medie dimensioni del Pacifico un vantaggio asimmetrico non da poco, nel caso in cui dovesse mai scoppiare una guerra sottomarina.
Il nuovo sottomarino della Corea del Sud
Secondo quanto riportato dal sito Naval News, la HD Hyundai Heavy Industries (HD HHI) starebbe sviluppando un sottomarino autoctono di medie dimensioni destinato ai mercati stranieri. Il mezzo in questione, ha sottolineato Asia Times, dovrebbe coincidere con una variante del KSS-3, il primo sottomarino a propulsione anaerobica al mondo in grado di lanciare SLBM, dotato anche di tubi lanciasiluri tradizionali, nonché di un sistema di lancio verticale a sei silos (VLS) per missili balistici antinave. Ogni unità del nuovo veicolo in questione sarà progettato “su misura”, nel senso che i costruttori sudcoreani terranno in considerazione le restrizioni sull’export di tecnologia e le specifiche del cliente.
La Corea del Sud ha iniziato a costruire sottomarini negli anni ’90 con i KSS-1, e cioè unità tedesche Type 209 prodotte su licenza, seguiti dai KSS-2, una versione tedesca dei Type 214 con licenza. Seoul ha quindi sfornato i KSS-3, ne possiede due ma intende presto arrivare a nove unità. Ed è proprio a partire da quest’ultimo modello di sottomarino che HD HHI intende realizzare un prodotto appositamente pensato per l’export.
In primis regionale, visto che i sottomarini sono in cima alla lista dei desideri militari delle nazioni del sud-est asiatico, spinti in gran parte dai timori sulla crescente potenza navale della Cina nel Mar Cinese Meridionale, e in parte per le molteplici rivendicazioni marittime che si intrecciano nell’area in questione. Come se non bastasse, i governi dell’Indo-Pacifico sono impegnati in una corsa agli armamenti in miniatura per cercare di tenere il passo con gli arsenali dei rivali/vicini.
Seoul e l’export di armamenti
La Corea del Sud ha già venduto sottomarini a nazioni straniere. Come ha ricordato Nuclear Threat Initiative (NTI), nel 2011 Seoul ha superato Russia, Francia e Germania ottenendo un contratto da 1,1 miliardi di dollari per fornire all’Indonesia tre sottomarini di classe Type 209. I primi due, il KRI Nagapasa e il KRI Ardadedali, sono stati consegnati nel 2017 e nel 2018, mentre il terzo, il KRI Alugoro, è stato assemblato da PT PAL in Indonesia, con il supporto sudcoreano, come parte di un programma di condivisione tecnologica.
HD HHI intenderebbe inoltre partecipare al Canadian Patrol Submarine Project (CPSP) e avrebbe firmato un accordo di cooperazione tecnica con Babcock Canada. Ha inoltre firmato un Memorandum d’Intesa (MOU) con la società di difesa nazionale della Polonia PGZ per il progetto Orka polacco, il programma sottomarino della nazione europea.
I presupposti affinché la Corea del Sud possa trasformarsi in una grande esportatrice di armi non mancano affatto. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), nel 2022 questo Paese è stato il nono maggiore esportatore di armi al mondo, rappresentando il 2,4% delle esportazioni globali di armi, con la maggior parte delle vendite destinate alle Filippine, all’India e alla Thailandia. I dati SIPRI indicano un enorme balzo nelle esportazioni di armi sudcoreane tra il 2013 e il 2017 e tra il 2018 e il 2022, con un aumento del 74% tra i due periodi citati.