Naufragio al largo delle coste libiche questo pomeriggio. Stando alle informazioni finora raccolte, il barcone sarebbe partito da Zwara con 86 persone a bordo ma a seguito dell’incidente in mare si sono registrati 61 dispersi. Le altre persone sono state recuperate dal rimorchiatore Vos Teriton e sbarcate a Tripoli, porto più vicino. Nell’area, ieri era presente anche la nave Ocean Viking, che a seguito di un precedente intervento, dopo aver chiesto il porto in Italia, è stata destinata a Livorno.
Ocean Viking avrebbe potuto effettuare l’intervento, visto che l’obiettivo primario delle Ong è il salvataggio in mare e avere successivamente due opzioni. Poteva assumere le conseguenze della violazione della normativa italiana e a sottostare al blocco della nave e al pagamento della multa, oppure effettuare l’intervento e dirigersi verso un altro Paese con i migranti raccolti nelle due operazioni. Dopo tutto, se ha accettato il porto italiano di Livorno, avrebbe potuto raggiungere anche la Corsica, quindi la Francia, o uno qualunque dei porti adriatici.
Queste tragedie del mare sono la prova che sia necessario intervenire alla fonte per evitare altre morti in mare. Togliere il business dei migranti dalle mani dei trafficanti di uomini è fondamentale per ridurre le vittime in quella che è a tutti gli effetti una rotta per la tratta degli esseri umani. Il naufragio si è consumato al largo delle coste libiche e il barcone con ogni probabilità si stava dirigendo verso l’Italia. Come abbiamo avuto modo di appurare nel corso dei contatti intercorsi con persone dall’altro lato del Mediterraneo, molte delle traversate che partono dalla Libia iniziano con la falsa speranza data ai migranti di compiere sui barconi in ferro solo una parte di quel viaggio. La promessa, infatti, è di essere raccolti da una nave Ong o italiana per concludere la traversata verso il nostro Paese. Anche per questo motivo una nuova “Mare Nostrum”, come vorrebbe la sinistra, diventerebbe un fattore di attrazione, con più partenze e, quindi, più rischio di morti in mare.