Non sono bastati 7 anni di attesa dal via alla class action di Altroconsumo contro Volkswagen e Volkswagen Group Italia per i danni che il «Dieselgate» ha causato ai possessori delle vetture coinvolte nello scandalo delle centraline taroccate. All’azione collettiva hanno aderito oltre 63mila automobilisti con richieste di risarcimento per i danni morali e patrimoniali subiti. Ebbene, dopo la sentenza di primo grado del 2021, emessa dal Tribunale di Venezia, con il riconoscimento del tipo di danni subiti (3.300 euro di ristori per ciascuno utente), ecco arrivare il verdetto della Corte di appello lagunare che, di fatto, tiene in considerazione il solo danno morale valutato 300 euro per complessivi 19 milioni, rispetto ai circa 208 milioni nel caso fosse stato confermato il giudizio di primo grado. Altroconsumo, però, non si arrende e ha già annunciato il ricorso in Cassazione, proseguendo così l’azione legale contro Volkswagen e Volkswagen Group Italia, la cui sede si trova a Verona. In questo modo, l’associazione dei consumatori, con il team di avvocati capeggiato da Paolo Martinello, vuole evitare ai ricorrenti che al danno si aggiunga la beffa.
Nel primo verdetto, il giudice aveva riconosciuto «la condotta scorretta ai danni dei consumatori del gruppo Volkswagen per aver millantato la sostenibilità dei propri prodotti, sottacendo la presenza di un dispositivo di manipolazione delle emissioni di ossidi di azoto, installato con il preordinato intento (diametralmente opposto rispetto ai green claim annunciati) di eludere il sistema di controllo delle emissioni inquinanti». «A causa di questo inganno – precisa in una nota Altroconsumo – i consumatori non hanno potuto determinare, in modo consapevole, le condizioni economiche del proprio acquisto e hanno pagato un prezzo superiore al valore del veicolo, subendo quindi una perdita patrimoniale della quale essere risarciti».
«Rispettiamo, ma non condividiamo la decisione della Corte d’appello – commenta Federico Cavallo, responsabile delle relazioni esterne di Altroconsumo -. È senz’altro importante che sia stato confermato dalla Corte l’inganno di Volkswagen sulle emissioni dei suoi motori Diesel e l’obbligo a risarcire 300 euro per ognuno degli oltre 63mila aderenti. Si tratta già questo di un risultato senza precedenti in Italia, che però consideriamo parziale e non ci basta». Interessati alla causa sono gli acquirenti, dal 15 agosto 2009 al 26 settembre 2015, di auto dei marchi Volkswagen, Audi, Seat e Skoda con motore EA189 Euro 5 . Lo scandalo delle emissioni truccate è costato finora al colosso tedesco oltre 33 miliardi di dollari tra ammende, sanzioni, composizioni pecuniarie e costi di riacquisto dei veicoli.