Sicuramente sul podio dei peggiori di questa settimana non avrebbe sfigurato l’Ingegnere, tessera numero uno del Partito democratico, a lungo patron di Repubblica. Carlo De Benedetti, ovviamente. Sulla soglia dei novant’anni è tornato ad attaccare tutti quanti: Elly Schlein e Maurizio Landini, ma anche gli Elkann e la famiglia Berlusconi. Nel colloquio col Foglio ci ha infilato pure certe deliranti farneticazioni su Mediaset. È sempre il solito, direte voi (a ragione), si è sempre sentito migliore di tutti. Per una vita ha armato, tramite i suoi giornali, la sinistra e ora che è rimasto solo non gli restano che questi attacchi scomposti. Non c’è che dire: una medaglia, anche di bronzo, se la sarebbe meritata. Ma altri l’hanno superato.
Partiamo dunque dalla coda, come sempre. Al terzo posto c’è Antonella Cuccureddu, l’avvocato di Francesco Corsiglia, uno dei ragazzi a processo per il presunto stupro in Costa Smeralda. Tra questi c’è anche Ciro Grillo, il figlio del comico che s’è inventato i Cinque Stelle. In settimana la Cuccureddu ha torchiato la presunta vittima con domande che sono da pugno nello stomaco. Giusto per citarvene un paio: “Ci può spiegare come le sono stati tolti gli slip?”, “Come mai non ha reagito con un morso durante il rapporto orale?”. Per carità, la difesa ha tutto il diritto di porre tutte le domande che vuole e l’avvocato fa l’avvocato, ma forse, questa volta, si è andati un po’ troppo oltre.
Al secondo posto c’è Piercamillo Davigo, l’ex pm del pool di Mani Pulite già condannato a un anno e tre mesi per rivelazione del segreto d’ufficio nella vicenda dei verbali di Amara. Giorni fa è andato a Muschio selvaggio, la trasmissione da Fedez, e tra i tanti temi affrontati ha parlato anche dei suicidi degli indagati. Il suo commento è stato a dir poco lapidario. “Certo che dispiace…”, ha risposto al marito della Ferragni che cercava di cogliere in lui un briciolo di compassione. “Perdi una fonte di informazione”, ha aggiunto subito dopo. Di un cinismo che fa rabbrividire. Ma, d’altra parte, davvero ci saremmo aspettati qualcosa di diverso? Ricordate quando diceva che “non esistono politici innocenti ma colpevoli su cui non sono state raccolte le prove”?
Ma veniamo al primo posto dove svetta Chiara Ferragni per la storiaccia del pandoro griffato. L’Antitrust l’ha pizzicata con le mani nella marmellata. L’accusa è pratica commerciale scorretta. Nel pubblicizzare il “Pandoro Pink Christmas” avrebbe, infatti, lasciato intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Per questo si è beccata una multa da un milione di euro. Magari per le sue tasche non è granché e non faticherà a pagarla… chissà, però, che la sanzione possa almeno esserle da lezione: la beneficenza è una cosa seria!