“Separazione delle carriere è in tutti i Paesi democratici”. Nordio smentisce le polemiche

"Separazione delle carriere è in tutti i Paesi democratici". Nordio smentisce le polemiche

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, interviene al Congresso nazionale Forense. All’hotel Ergife di Roma il Guardasigilli anticipa i contenuti e il cronoprogramma della riforma costituzionale della giustizia che il governo Meloni licenzierà all’inizio del 2024. L’ex magistrato ha comunque voluto esprimere la propria opinione riguardante le polemiche dell’opposizione sulla futura separazione delle carriere: “Quando sento parlare di ‘vulnus’ alla democrazia, mi viene da sorridere quando penso che l’intercambiabilità dei ruoli di giudice, pm e avvocato, è in vigore nei Paesi che sono stati culla della democrazia“. Nordio parla per esempio degli Stati Uniti d’America e del Canada, aggiungendo che “quando si discute della separazione delle carriere, la litania che sentiamo da parte dei magistrati, è quella che la separazione vulnererebbe la cultura della giurisdizione, che è una espressione metafisica abbastanza astratta“.

Ad avviso di Nordio la giurisdizione “è il risultato della dialettica procedurale e di un tavolino a tre gambe” rappresentato da giudice, pm e avvocato e “se proprio si deve parlare di cultura della giurisdizione, tutti e tre questi elementi sono fondamentali e hanno la stessa dignità“. Il ministro della Giustizia, appena rientrato da Atlanta dove ha partecipato alla decima Conferenza degli Stati parte della Convenzione Onu contro la corruzione ha poi dichiarato che “la dignità che non è solo una qualifica etica e professionale, ma è una dignità operativa – ha rilevato – nel senso che le armi di cui dispongono le parti devono rispecchiare i ruoli“.

Secondo il Guardasigilli “la vera cultura della giurisdizione dovrebbe essere una cultura che permette l’interscambio dei ruoli“, come avviene negli Usa dove “l’avvocato può fare il giudice e il pm tornare a fare l’avvocato“. L’ex pubblico ministero, quindi, ritiene che “un buon giudice debba aver avuto esperienza da pm, ma anche da avvocato: la capacità di comprendere le problematiche altrui sono utili per l’efficienza della giustizia“.

Il ministero della Giustizia assicura durante la sessione ulteriore del Congresso nazionale forense che, “appena miglioreranno le nostre finanze, una parte sarà devoluta anche alla giustizia“, Inoltre, come esponente di governo, ribadisce che “dialogherà con tutti, principalmente con le parti che si occupano di giustizia, non abbiamo corsie preferenziali non abbiamo pregiudizi negli incontri con gli uni o con gli altri, ma poi le conclusioni le assume la politica che in democrazia risponde ai cittadini e ai cittadini soltanto“.

La politica “non risponde ad altri poteri né ad associazioni sindacali o di nessun altro tipo o struttura“. Ed è proprio per questo motivo che l’esecutivo, in vista dell’imminente riforma della giustizia, chiede e chiederà “suggerimenti per risolvere le criticità” e “la collaborazione con gli avvocati è necessaria e continuerà“, ripete Nordio.

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