In Ucraina la Cina non deve fare affari

In Ucraina la Cina non deve fare affari

Stimatissimo Direttore Feltri,

a pagina 11 del numero di domenica 10 c.m. date notizia di accordi Cina-Ucraina per la ricostruzione post bellica. Cioè noi ci sveniamo per aiutare l’Ucraina e gli affari li farà chi non ha partecipato anzi ha remato contro? Può darmi una mano a capire? Grazie.

Massimo Bonci

Caro Massimo,

da quando, in seguito all’aggressione da parte della Russia, è cominciata questa guerra combattuta sul suolo ucraino, il presidente dell’Ucraina ha girato, e tuttora gira, in lungo a in largo per il mondo alla ricerca di aiuti economici, ossia di quattrini. Questa settimana, ad esempio, egli è stato negli Usa per incontrare i deputati repubblicani restii a concedere ancora risorse, eppure è stato capace di persuaderli, tornando a casa con il bottino. Egli è riuscito ad ottenere montagne e valanghe di denari in questi due anni, incantando i benefattori con parole a cui tuttavia è sempre più difficile credere. Zelensky sosteneva e tuttora ripete che «se l’Ucraina dispone dell’aiuto richiesto, vince». Ma questo è falso perché essa ha di fatto ricevuto tutto quello che ha chiesto ma il conflitto continua a imperversare, a fare morti, feriti, a impoverire e distruggere un territorio e un popolo stremati. Chi fa notare al presidente questa evidenza, si sente rispondere che se non ci fossero stati gli aiuti, la Russia avrebbe già trionfato e subito dopo avrebbe aggredito altri Paesi, spingendosi sempre di più verso l’Occidente europeo. Siamo sicuri che questa sia l’intenzione di Putin? No, non possiamo esserlo. Però Zelensky ci ha convinti che, se non sganciamo i milioni, ci ritroviamo Putin al confine con i carri armati. E per scongiurare questo rischio, seguitiamo a riservare una copiosa parte delle nostre risorse all’Ucraina, al fine non di vincere la guerra ma di impedire che la vinca il presidente russo. Ti dico la verità: all’inizio pensavo che fosse assolutamente necessario difendere, sostenere, supportare, finanziare l’aggredito. Oggi sono scettico sull’applicazione di questa strategia, che andrebbe comunque rivista, considerato che non ha prodotto alcun vantaggio, non ha condotto alla fine dei combattimenti, non ci ha portati alla pace, ma semplicemente ha impedito che si realizzasse quel presunto pericolo da cui ci mette in guardia Zelensky stesso, pericolo consistente, a suo dire, nella politica imperialistica della Russia che mirerebbe alla conquista dell’Europa.

I repubblicani americani si sono fatti convincere ancora questa volta, ma dubito che lo facciano di nuovo. C’è stanchezza. Sono stanchi i popoli occidentali, anche quello italiano. E prima o poi occorrerà fare i conti con questo malcontento interno in relazione agli aiuti all’Ucraina.

C’è poi questo aspetto paradossale. Anche la Cina si occuperà della ricostruzione. Insomma, noi abbiamo aperto le tasche favorendo la rasatura al suolo del Paese, allo scopo di impedire una estensione del conflitto, e nel mentre i cinesi già lavoravano al fine di incassare i denari della futura ricostruzione, che pure finanzieremo. Ricordo che la Repubblica Popolare cinese ha approvato l’atto di guerra di Mosca contro Kiev, non lo ha mai definito «invasione». Pechino ha espresso subito sostegno e comprensione nei confronti del partner Putin, cercando però di conservare buoni rapporti con gli Stati Uniti. È la tipica doppiezza cinese, la Cina è bravissima a curare i propri interessi, molto più abile di noi senza dubbio.

La Cina negli ultimi mesi ha proposto anche delle soluzioni per giungere a un compromesso tra Usa e Russia, quindi tra Ucraina e Russia. Va da sé che essa non agisce per amore della pace, ma sempre per interesse. Del resto, il Paese è ormai annientato, la ricostruzione, di cui si parla dal principio, fa gola a tanti e il tempo di avviarla si avvicina. Di cosa ci stupiamo? Forse dovremmo cominciare anche noi ad essere più calcolatori, proprio come i cinesi i quali fanno spendere agli altri i soldi per la distruzione e poi arrivano per incassare i quattrini della ricostruzione. Le Nazioni che in questi anni hanno devoluto risorse a Zelensky dovrebbero porre almeno questa condizione, cioè pretendere che la Cina non intervenga nella ricostruzione traendone ingiusto beneficio.

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