Terzo venerdì di fila in campo. Nei due precedenti, contro Monza e Napoli, sono arrivate altrettante vittorie e il momentaneo sorpasso all’Inter in testa alla classifica. Stasera, chissà: la Juventus sarà impegnata a Genoa e, vincendo, salirebbe a quota 39 passando per la quinta volta di nuovo davanti ai nerazzurri (in un’occasione la freccia era stata messa ai danni del Milan), a loro volta impegnati domenica sul non banale campo della Lazio. In caso di successo, potrebbe insomma essere il momento giusto in cui i bianconeri si troveranno davvero davanti a tutti. E, comunque, stare lassù soli soletti anche per un paio di giorni non sarebbe male: «In estate era difficile immaginare questa classifica – è il pensiero di Allegri -. La Juve è partita conoscendo i propri limiti, ma ha lavorato per costruire una squadra: lo è diventata, pur non bastando ancora. Dobbiamo mantenere il giusto equilibrio: un eventuale risultato storto non dovrà cambiare la visione del futuro. Bisogna sapere gestire i momenti e intanto ci aspetta uno scoglio molto grosso da superare».
Alle spalle, i bianconeri hanno la spinta di dieci risultati utili consecutivi (con sette clean sheet) e una solidità di squadra ormai acclarata: solo nove i gol subiti finora, quattro dei quali nel ko contro il Sassuolo. Con una fase difensiva poco meno che granitica e la capacità anche di fare (quasi) a meno dei gol degli attaccanti: ben 7 delle 23 reti complessive (nonché 5 delle ultime 8) sono infatti arrivate dal pacchetto arretrato. In pratica il 30,4% dell’intera squadra. Così, mentre l’Inter si gode i 14 gol di Lautaro, il reparto offensivo della Juve è fermo ai cinque di Vlahovic, ai quattro di Chiesa e ai due di Milik: «Io sono contento dei miei attaccanti così Allegri, che dovrà rinunciare a Kean per circa un mese -. I loro gol ci hanno permesso di fare parecchi punti a inizio campionato, poi sono subentrati altri: l’importante è mantenere questo atteggiamento, correre tanto e difendere bene come squadra».