Aiuto torna Di Maio, le verità di Putin e Ciro Grillo: quindi, oggi…

Aiuto torna Di Maio, le verità di Putin e Ciro Grillo: quindi, oggi...

– Cari democratici americani, avete voluto la bicicletta? Pedalate. Quando negli anni scorsi i dem avanzarono la richiesta di impeachment contro Donald Trump, sostenuti da tutti i grandi media, qualcuno ebbe a dire che si stava aprendo un pericoloso precedente. Ovvero l’utilizzo dello strumento con finalità meramente politiche e scollegate dalle realtà. E così è stato. Fallito il tentativo su The Donald, adesso i repubblicani fanno lo stesso con il presidente Biden e il Congresso dà il via libera alle indagini per l’impeachment contro Sleepy Joe. Finirà nel nulla? Probabile. È campata in aria? Non lo escludo. I media mondiali la tratteranno con molta più indulgenza di quanto fatto con il tycoon? Avoja. Ma che nessuno si lamenti.

– Tutti a scandalizzarsi per le domande poste dai giudici alla vittima del presunto stupro di gruppo per cui sono accusati Ciro Grillo e i suoi amici. Interrogativi del tipo: si è divincolata davanti al sesso orale? Come le sono stati tolti gli slip? Capisco che possano apparire scomode, ma se in un processo è necessario ricostruire i fatti nulla può essere lasciato al caso. Non le ha mica chiesto se le è piaciuto o meno.

– Titolo di Repubblica: “Rai, nel 2024 le fiction nostalgiche sul Dice e Foibe”. Passi Mussolini, ma mi spiegate cosa ci sarebbe di “nostalgico” nel ricordare l’eccidio delle Foibe? Un titolo un tantino offensivo nei confronti delle famiglie delle vittime.

– Sempre sul discorso giustizia, occorre riflettere anche su quanto successo al chirurgo del Papa, tal Sergio Alfieri. È andata più o meno così: un cronista della Stampa viene a sapere di lamentele in reparto perché Alfieri firmerebbe degli interventi che in realtà non realizza. Il cronista indaga, ritiene che vi sia qualcosa che non torna e fa un esposto alla procura. I carabinieri a loro volta si muovono e, dopo qualche mese, al giornalista – lo stesso – qualcuno spiffera che il dottorone è indagato per falso in atto pubblico. Notizia in prima pagina e via. Qual è il problema? Il problema è che né Alfieri né il suo avvocato sapevano nulla dell’indagine a carico del professore del Policlinico Gemelli di Roma. E uno può discutere quanto vuole dello scandalo in sé, ma in Italia si replica di nuovo lo stesso schema: le notizie d’indagine arrivano prima sulle scrivanie dei giornali e solo dopo a casa dell’imputato. E la cosa non è accettabile.

– Leggo un passaggio di un ragionato pezzo di Dino Cofrancesco sulla guerra in Ucraina che mi ha fatto riflettere. Giusto o sbagliato che sia, lo trovo interessante. Dice: “Quando si continua a ripetere che la Russia ha invaso un paese sovrano si ricorda un fatto incontestabile, che getta una luce assai sinistra su Mosca, ma si dimentica che lo stesso fece il Regno di Sardegna invadendo, con l’alleato francese, il Lombardo-Veneto e, con i Mille, il Regno delle Due Sicilie. Se ne deve dedurre che le violazioni del ‘diritto internazionale’ sono oggetto di scandalo… a seconda di chi viene invaso?”. A voi la risposta.

– Il Consiglio europeo alla fine trova l’accordo: via libera ai negoziati per l’adesione dell’Ucraina. Tutti esultano, Zelensky compreso, e hanno ragione visto come si stavano mettendo le cose a causa di Orban. Però una cosa occorre precisarla: siamo ancor all’inizio. Kiev di sicuro ha legittime aspirazioni di unirsi a Bruxelles, ma il processo di allargamento non può essere troppo accelerato o il rischio è che a forza di allargare l’Ue finisca col disgregarsi.

Zeman sta meglio, è in fase di ripresa dall’ischemia cerebrale, ma dovrà smettere di fumare. Spero lo faccia, ma non ci credo nemmeno se lo vedo.

– Date un premio a Jennifer Aniston che manda a quel paese “l’intimacy coordinator” per le scene di sesso, novità introdotta dopo la sbornia del MeToo per evitare presunte molestie (e soprattutto denunce): “Io vengo dai vecchi tempi – ha spiegato l’attrice – Mi hanno detto ‘è qualcuno che ti chiede se va tutto bene’. Per favore, è già abbastanza strano. Siamo adulti, possiamo cavarcela…”. Chapeau.

– Sulle cubiste al party di Roma degli avvocati ci siamo già espressi, ritenendo la polemica inutile e strumentale: le ragazze fanno le ballerine di mestiere, erano pagate per ballare e i loro abiti succinti non sono poi così distanti da quelli (tanto decantati dai progressisti) di Elodie e compagnia cantante (avete presente la minigonna “slip sì- slip no”? Ecco). Un lettore fa una analisi che vorrei fotocopiare, adeguandola un poco: “Secondo l’ideologia woke, quando una donna si spoglia, esistono tre casistiche: 1) se è una lavoratrice (cubista, ballerina, donna immagine) scatta subito l’accusa di sessismo, sfruttamento e patriarcato; 2) Se è una influencer, vedi OnlyFans, parte la negazione del genere che non si capacita dell’esistenza di chi vende il proprio corpo; 3) Se è una vip (es: Elodie), allora ella diventa testimonianza vivente di come le donne possano fare ciò che vogliono col proprio corpo. In ogni caso, grande è la confusione sotto il cielo del politicamente corretto femminista.

– Parla Putin in una intervista che proprio tale non si può considerare, ma è questo che passa il convento. Parla della missione in Ucraina, che intende portare a termine. Parla dei rapporti con l’Ue, che ormai si sono guastati a causa dell’appoggio a Kiev e alla volontà di “avvicinarsi strisciando ai nostri confini”. Parla degli Usa e della loro “politica imperiale”. Ma soprattutto parla al Putin di 23 anni fa, quello che nel 2000 salì per la prima volta al potere: “Lo metterei in guardia da una eccessiva e ingenua fiducia verso i cosiddetti partner”. E questo la dice lunga di come in realtà lo Zar abbia sì provato ad avvicinarsi a quel’Occidente che sicuramente ammira. Ma non ci sia riuscito.

– Si scopre che in Belgio anche i cattolici mettevano in pratica una sorta di utero in affitto ante litteram. In pratica, secondo l’inchiesta di un giornale locale, negli anni ’50-’80 alcuni istituti cattolici ospitavano delle ragazze madri non sposate, le facevano partorire sottoponendole ad abusi e poi vendevano i nascituri a coppie adottive (tra i 10mila e i 30mila franchi). Alle giovani donne spiegavano o che il figlio era morto al parto oppure le costringevano a firmare la rinuncia alla patria potestà. Poi venivano sterilizzate. Ogni accusa sarà da verificare, ovviamente, anche se nel 2017 la Conferenza episcopale si è scusata per le adozioni forzate. Ma se fosse vero getterebbe un’ombra orripilante su quella comunità ecclesiale.

– Stasera, direttamente dal Golfo Persico dove l’abbiamo parcheggiato a spese dei contribuenti europei, torna in tv Luigi Di Maio. A risvegliarlo pare sia stato l’attacco di Giorgia Meloni sul famoso fax-gate del Mes: Giggino vuole rispondere e sspiegare che ogni firma è stata apposta alla luce del sole, altro che “favore delle tenebre”. Qualcuno però sussurra che possa essere anche alla ricerca di un nuovo protagonismo politico-mediatico e che sta cogliendo l’occasione. Il flop di Impegno Civico è alle spalle, magari un pensierino ce lo sta facendo – anche se nega. Non farci questo scherzo, Giggino, eh: per carità.

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