L’acronimo NFC sta per Near-Field Communication o, in lingua italiana, “comunicazione di prossimità. È uno standard che affonda le proprie radici negli anni Quaranta del secolo scorso e che poi, evolvendosi, è diventato più simile a ciò che è oggi già nel corso degli anni Settanta, quando veniva impiegato in alcune tessere magnetiche.
A partire dai primissimi anni 2000, si è sempre più adeguato alle esigenze dello sviluppo tecnologico per assumere le funzionalità che conosciamo oggi, ampiamente diffuse soprattuto grazie all’adozione degli smartphone e dei dispositivi indossabili.
Cosa è la tecnologia NFC
La comunicazione di prossimità è una tecnologia che consente lo scambio di dati tra due dispositivi che si trovano a breve distanza tra loro, in modalità wireless (senza fili) e senza passi intermedi per stabilire il contatto, quindi senza la necessità di digitare codici o password.
Per fare un esempio, chi ha già usato lo smartphone (o ha visto qualcuno usarlo) per pagare alla cassa di un supermercato ha usato la tecnologia NFC. Il metodo di pagamento registrato sullo smartphone (una carta prepagata, di debito o di credito) è stato letto dal Pos al fine di concludere la transazione.
A dispetto di quanto si possa credere, è una tecnologia tutto sommato sicura perché i due dispositivi coinvolti nello scambio di dati devono essere molto vicini tra loro (al massimo 10 centimetri) e non di rado devono persino sfiorarsi.
Cosa si può fare con la tecnologia NFC
Oltre a essere impiegato per i pagamenti contactless, l’NFC facilita lo scambio di qualsiasi tipo di dato tra due terminali, a patto che entrambi siano dotati di tale tecnologia e si trovino molto vicini tra loro.
Uno scopo pratico, per esempio, è la lettura del chip della Carta di identità elettronica (Cie) al fine di fornire l’identificativo Spid.
Esistono serrature – soprattutto quelle di alcune automobili – che possono essere aperte con un dispositivo NFC in luogo delle classiche chiavi o, sempre continuando con gli esempi, in molte città è possibile obliterare i biglietti per i mezzi pubblici sempre grazie alla tecnologia NFC.
Gli usi possibili sono molti e saranno sempre più, considerando che l’NFC è duttile e può essere adottato con una spesa contenuta.
Come attivare NFC sul proprio dispositivo
I dispositivi abilitati alla tecnologia NFC sono di norma già impostati per farne uso e all’utente spetta soltanto il compito, per esempio, di associare una carta di pagamento.
Tuttavia, seppure ogni produttore di dispositivi tende a particolareggiare il menù del sistema operativo attraverso il quale controllare lo stato di attività NFC, gli utenti Android possono:
- Aprire il menu impostazioni sul proprio dispositivo
- Aprire il sottomenu Connessioni (oppure Wireless e reti)
- Scegliere l’opzione NFC (oppure Near-Field Communication)
- Fare scorrere l’interruttore che serve ad attivare e a disattivare l’NFC.
Chi invece usa un dispositivo con a bordo iOS può procedere in questo modo:
- Aprire il menu impostazioni
- Scegliere la voce Wallet e Apple Pay
- Scegliere la voce Transazioni NFC (il nome cambia a seconda della versione di iOS)
- Attivare o disattivare l’interruttore NFC.
Come detto, la tecnologia NFC è abbastanza sicura ma ha senso lasciarla attiva soltanto se ne fa uno dei tanti usi possibili. Altrimenti vale la pena disattivarla.