Sulla Terra non esiste predatore peggiore dell’Uomo (maschile sovraesteso: anche le donne sanno essere molto cattive). La cronaca recente ci ha mostrato di quali atrocità siano capaci alcuni uomini (maschile tout court). Dobbiamo ora registrarne un’altra, che ha suscitato un’ondata emotiva eccezionale.
Ad Angri, nel Salernitano, un essere vivente – e volutamente non specifichiamo se maschio o femmina – indifeso, di pochi anni, è stato prima stordito e poi lasciato per strada in fin di vita, orrendamente mutilato. Ricoverato in una struttura specializzata è morto dopo tre giorni di agonia. «Ci ha lasciato circondato fino alla fine dall’amore dell’intera comunità», hanno commentato i sanitari. Il corpo è stato sottoposto a esame autoptico ed è stato aperto un fascicolo in Procura.
In poche ore rabbia e sconforto hanno percorso il paese (minuscolo, inteso come Angri) e poi tutta l’Italia attraverso i social. Sono partite indagini a tappeto per trovare i colpevoli, il sindaco ha dichiarato: «Li prenderemo», il deputato dei Verdi Borrelli ha detto: «L’assassino dev’essere assicurato alla giustizia», è stata creata una pagina Facebook («Tutti ti hanno amato, sostenuto, pensato e pregato per te») e per domenica è prevista una fiaccolata che partirà dalla chiesa di Sant’Antonio di Angri e arriverà a via Orta Loreto, dove è stato trovato il corpo della vittima.
Che si chiamava Leone. Era un gatto. E la cui vicenda lo sta scrivendo un integralista gattolico – dice molto sul Paese (maiuscolo) che siamo diventati.