Un angelo pasticcione malcapitato quaggiù

Un angelo pasticcione malcapitato quaggiù

Anche Lassù fanno pasticci. Se l’assemblea per decidere se punire l’umanità con un nuovo diluvio o mandare un secondo messia si trasforma in una bolgia, l’invio di un improvvisato angelo a donare una gravidanza a una nuova vergine (ma ce n’è una?) si trasforma in un flop. Perché Aristide-Picone, novello Gabriele, è addetto allo smistamento preghiere con annesse polemiche sugli effettivi motivi delle stesse e dubbio zelo dell’onnipotente se leggere le lagne dei miseri umani. Ebbene il biondo aspirante al passaggio nel più gradito coro dei cherubini si offre volontario, sognando un avanzamento di carriera ma finisce per benedire il ventre di Nicola-Ficarra che diventa così il primo uomo incinto della nuova era, dopo le vicissitudini nella separazione dalla moglie psicoterapeuta. Insomma, un pasticcio celestiale e terreno che – l’avrete intuito – riserva sorprese di ogni genere. E con i colpi di scena non si scherza. A noi pertanto l’obbligo di lasciare allo spettatore il gusto di scoprire che cosa accade e a loro – cast e regia – la sapiente e calibrata condotta di una trama ossequiente all’elegante imperativo di non offendere nessuno. Il campo è «minato» ma la sceneggiatura è perfetta e non sfiora mai il benché minimo confine con la volgarità o la blasfemia. Detto questo si potrebbe aggiungere che finalmente ci si può divertire in libertà e in scioltezza. E qui arriva però la prima sorpresa che è possibile invece svelare. Ficarra e Picone sono un duo comico e sarebbe legittimo attendersi di ridere a crepapelle. La promessa resta però solo sulla carta e il film – forse un po’ troppo lunghino, diciamolo – si conferma una riuscita commedia in economia di spanciate. Va bene così. In fondo, chi l’ha detto che una commedia deve per forza far ridere… Anche ne La stranezza c’erano Ficarra e Picone. E anche lì esentati dall’obbligo di comicità.

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