Lettera dei partiti Ue a von der Leyen: “Basta fondi a Orban”

Lettera dei partiti Ue a von der Leyen: "Basta fondi a Orban"

Non date all’Ungheria i fondi europei di coesione: questo il messaggio della maggioranza Ue alla Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Ppe, Renew, Socialisti e Verdi hanno inviato una lettera all’ex ministro della Difesa per Berlino e hanno acceso i riflettori sui problemi del governo guidato da Viktor Orban con lo stato di diritto. “L’Ungheria non ha raggiunto i parametri richiesti nel sistema giudiziario“, si legge nella missiva riportata da Politico: “Vorremmo esprimere la nostra profonda preoccupazione per l’imminente valutazione positiva delle riforme giudiziarie ungheresi”.

Partito popolare europeo, Socialisti & Democratici, Renew Europe e Verdi condividono la stessa posizione su Orban e sul probabile esborso di 10 miliardi di euro da parte di Bruxelles all’Ungheria. Si tratta di denaro congelato, una mossa funzionale secondo alti funzionari europei in vista del vertice in cui il numero uno di Budapest sarebbe intenzionato a bloccare un importante pacchetto di aiuti finanziari europei per l’Ucraina, così come l’apertura dei negoziati di adesione al blocco per Kiev.

“Siamo preoccupati per le minacce da parte di Budapest allo stato di diritto, ad esempio con la cosiddetta ‘legge per la difesa della sovranità'”, si legge nel testo inviato a von der Leyen. Nella lettera si sottolinea inoltre che i 4 gruppi – tre fanno parte della stessa maggioranza Ursula – “attendono una valutazione appropriata” da parte dell’Ue. Ma da Bruxelles filtrano posizioni diverse: funzionari Ue sostengono infatti che Budapest abbia soddisfatto i requisiti dello Stato di diritto e che il rilascio dei fondi non sia correlato alle minacce di Orban registrate nelle ultime settimane.

Il clima è rovente. Ad alzare la tensione le ultime esternazioni di Orban, con il leader ungherese intenzionato a legare la posizione dell’Ungheria ai fondi di coesione congelati. Secondo i leader delle quattro famiglie europee – Manfred Weber, Terry Reintke, Stéphane Séjourné e Iratxe García – cedere a simili intimidazioni sarebbe un errore, considerando che l’Ungheria non ha rispettato i suoi impegni con Bruxelles. In particolare, non sono state rispettate le condizioni sull’indipendenza della magistratura. Sebbene l’Ungheria intenda rafforzare il proprio Consiglio giudiziario nazionale, i firmatari sottolineano che le elezioni per questo organo sono in corso e non dovrebbero concludersi prima di metà gennaio. In chiusura, i firmatari hanno acceso i riflettori sulla legge sulla difesa della sovranità che consentirebbe a Orban “di creare una nuova autorità direttamente sotto il suo controllo, dotata di ampi poteri senza alcuna controllo democratico”.

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