Santiago Abascal, il leader di Vox, partito della destra spagnola alleato di Giorgia Meloni in Europa che nel fine settimana sarà ospite alla festa di Atreju di Fratelli d’Italia, ha detto che «verrà un dato momento in cui la gente vorrà impiccare per i piedi» il premier spagnolo Pedro Sánchez. La frase ha scatenato la reazione di politici e intellettuali di sinistra, compreso Giovanni De Luna, cresciuto nella pancia di Lotta Continua, che su La Stampa si è lanciato in una improbabile intemerata contro Abascal e la destra italiana che si permette di invitarlo. Per quanto De Luna si sia arrampicato sugli specchi non è riuscito a spiegare perché la sinistra dovrebbe indignarsi se qualcuno vuole appendere qualcun altro a testa in giù avendo lei inaugurato questa simpatica pratica domenica 29 aprile 1945 in Piazzale Loreto a Milano con i cadaveri, prima oltraggiati con getti di urina, di Benito Mussolini, Claretta Petacci (a cui vennero tolte le mutande) e altri cinque gerarchi che erano stati fucilati ore prime a Dongo.
Di aver appeso dei morti a testa in giù non pochi leader dell’allora Pci si vantarono a lungo. Famosa la frase del compagno Gian Carlo Pajetta rivolta in Parlamento a Giorgio Almirante «con voi i conti li abbiamo chiusi a Piazzale Loreto», e poche sono state le prese di distanza: la più esplicita quella del socialista Sandro Pertini che disse «è una vergogna, io il nemico lo combatto quando è vivo, non quando è morto».
Che oggi quindi la sinistra rinfacci a un politico di destra il «metodo Loreto» come se fosse di origine fascista è un ossimoro, per di più ben sapendo che la frase «ti appendo a testa in giù», grazie a quella prodezza comunista del 1945, è ahimè diventata un modo di dire per definire quanto feroce possa diventare la vendetta popolare.
Non conosco tutta l’opera di Giovanni De Luna ma non ricordo sue esternazioni indignate quando di recente giovani e meno giovani facinorosi di sinistra hanno appeso a testa in giù manichini raffiguranti Giorgia Meloni, ma anche Matteo Salvini, durante manifestazioni antigovernative, né che abbia avuto nulla da ridire contro i ragazzi che hanno fatto la stessa cosa con le foto dei due leader durante le occupazioni studentesche. Mi sembra di capire che la sinistra rivendichi l’esclusiva dell’impiccagione all’incontrario e neghi alla destra anche il solo ricordarlo come monito. E poi dicono che «Il mondo al contrario» è una invenzione del generale Vannacci.