L’esercito israeliano ha iniziato a pompare acqua di mare nel vasto complesso di tunnel di Hamas a Gaza, parte di un intenso sforzo per distruggere l’infrastruttura sotterranea che ha sostenuto le operazioni del gruppo: lo scrive in esclusiva il «Wall Street Journal», citando dirigenti Usa informati sulle operazioni dell’esercito israeliano. Già da un mese si parlava di questo tipo di intervento, tanto che gli israeliani avevano già trasferito nella zona della Striscia almeno 5 sistemi di pompaggio ma l’operazione presenta alcuni problemi, il primo dei quali riguarda la sorte degli ostaggi ancora in mano ai palestinesi: le testimonianze hanno confermato che molti dei prigionieri sono stati rinchiusi in strutture sotterranee e dunque l’allagamento potrebbe diventare fatale per chi è segregato in questi ambienti. Il secondo riguarda i rischi per il territorio, che potrebbe essere irrimediabilmente danneggiato dall’acqua marina. E poi ci sono le incognite sull’efficacia dell’operazione, dubbi alimentati dalla conoscenza limitata della rete scavata dai guerriglieri nel corso degli anni. È possibile infatti che il sistema si riveli insufficiente mentre i dettagli sul network sono sempre parziali.